26 gennaio - 4 febbraio 2006
Missioni

Carissimi,
In questi giorni gli avvenimenti sono stati molto incalzanti e coinvolgenti e il nostro caro diario … ha dovuto avere pazienza. Quando finalmente avremmo potuto spedirvi “il nostro viaggio”, un giovane della Scuola del p. Giorgio, potando gli alberi con il machete ha “potato” anche il cavo della connessione internet: tre giorni di silenzio.
Oggi eccoci a voi.
Laura e Rosa M. vi hanno raccontato abbondantemente tante cose, a me resta solo aggiungere qualche considerazione personale.
Non vado per ordine temporale, ma mi guida un altro ordine.
Quindi prima di tutto ciao a Mario e Francesco! Siete stati in mezzo a noi una preziosa benedizione!
Al rientro da Flores, la sera della vostra partenza, la casa sembrava vuota. Ho detto ad alta voce questa cosa in un momento di silenzio collettivo e in coro mi è stato rissposto: «pensavamo la stessa cosa!». Non ci conoscevamo o ci conoscevamo appena, credo però che questo viaggio darà inizio ad una bellissima amicizia! Mi passano davanti agli occhi tante scene, in particolare la Messa del compleanno di Mario: la sua commozione. La commozione di Franco alla benedizione del logo dell’ANA. La vostra presenza alle varie Messe, non perché in qualche modo comandati ma perché volevate condividere.  Sento gli odori (meglio, profumi, della cucina e vedo Mario nel giardinetto di casa intento ed attento nel suo lavoro e poi… tante altre cose fanno parte di un altro bagaglio che non è quello di un diario, per quanto questo sia importante!

Del container nessuna nuova. È arrivato al sospirato porto ma ancora non è nelle nostre mani: vi farò sapere tutto se qualcosa cambierà.
Queste ragazze sono straordinarie: si sono perfettamente integrate con la popolazione, pur conservando evidenti tracce di consumismo, soprattutto quando si imbattono nelle varie bancarelle!!!

Anche Don Mariano (qui padre Mariano, perché gli uomini sono tutti don e i sacerdoti padre) non è da meno per l’integrazione e il notevole spirito di servizio pur mantenendo un certo distacco e non chalanche davanti agli allettamenti consumistici.
Chissà, tornati a casa, come faranno a sopravvivere senza tutti i bocconcini e tortillas varie che la nostra misera cucina sordo-nazionale non offrirà loro!

Vi ricordo che abbiamo un appuntamento sabato 17 alle ore 18.00 al Centro Giovanile Domenicano di Selargius perché possiate dare la stura a tutte le domande che la vostra curiosità vi pone: sarete soddisfatti in diretta, anche con laproiezione delle vere immagini che la lettura del diario ha sollecitato nella vostra fantasia.
Quindi hasta el 17 a las seis de la tarde
P. Alberto

PS Oggi è il 6 di febbraio e sono qui le 11.45 a.m. (In Italia le 18.45). Le ragazze sono tutte andate all’aldea di Yalú con il p. Ottavio. Mariano è a casa perché sta finendo di sciropparsi il “suo” raffreddore. Io sono con lui per rimettere in sesto l’indirizzario che per una manovra errata dei ragazzi della scuola è andato irrimediabilmente e completamente tutto perduto!Questo fatto, che si è aggiunto a quelli già descritti qui sopra, ha fatto sì che il “diario” non partisse.
Ora, dopo un lavoro di “taglio e cucito” e di grande pazienza, ho ricostruito l’indirizzario (speriamo!!!!) e quindi sono pronto a spedire (grazie, Alessio!!!).
Forse alcuni non riceveranno il diario, altri ne riceveranno più copie: sono eventualità messe in conto. Chi ne riceve due copie, abbia pazienza e ce lo segnali. Chi non lo riceve per niente e sente che gli amici lo ricevono, ugualmente lo segnali e ci mandi il suo indirizzo che, come dicevo è andato perduto e si trova nell’etere guatemalteco, imprendibile da noi comuni mortali.Un grande SCUSATE e a presto, ciao
p. Alb

Qui LAURA
Di nuovo qui…ormai non ho più la cognizione del tempo!!!
In questi giorni sono successe tante cose!
Cominciamo dal giorno 26.
All’inizio d’ogni anno, al Centro Poliformativo di Dolores, si organizza un incontro di tre giornate,allequali partecipano tutti i responsabili delle aldee, per fare il punto sui vari progetti della missione (terra, donna, salute e scuola). Padre Ottavio ci aveva ricordato che quel giorno ci sarebbe stata una catechesi su un tema dato da lui stesso… diciamo che detta così, la cosa non era molto invogliante… “catechismo” in spagnolo (e chi lo capisce) e soprattutto subito dopo aver mangiato (l’ora migliore per fare una bella dormita)… però poiché la giornata così come stava andando si prospettava per essere una giornata no abbiamo preso la palla al balzo per fare qualcosa di diverso! E devo dire che non me ne sono per niente pentita! Al nostro arrivo… «diamo il benvenuto agli amici italiani!! Presentatevi.»  Bho, cosa dico… «Buenas tardes yo soy Laura y soy italiana!»
Mi sono sforzata di dire altro ma non mi venivano le parole!!! Passati in ogni modo i cinque minuti di vergogna, comincia la catechesi.. è stata interessante e mi sono accorta che, in effetti, sono rimasta alle mie conoscenze molto povere del catechismo pre-cresima! L’argomento affrontato era quello del Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Mica sapevo che l’Unzione degli Infermi non si da solo ai moribondi! Mi hanno spiegato, infatti, (vergognandomi di non saperlo), che proprio per evitare credenze di questo tipo e soprattutto per evitare che il Sacerdote venga chiamato solo quando l’infermo è praticamente “andato”, il Sacramento non si chiama più Estrema Unzione.  Mi ha stupito particolarmente la partecipazione attiva dei catechisti! Non si vergognavano, infatti, come succede normalmente da noi, di prendere la parola per esprimere i propri pareri, per chiedere spiegazioni e consigli a P. Ottavio. Erano talmente presi da quello che dicevano che ognuno parlava per almeno dieci minuti… e confesso che in diversi momenti il mio sonno ha preso il sopravvento!! A parte gli scherzi, queste persone tengono veramente al loro ruolo nella società e si impegnano tanto per cercare migliorare lo sviluppo della loro comunità, tant’è vero che ogni anno per partecipare a questi incontri sono disposti a sacrificare tre giorni di lavoro (il che non è poco!).
Finita la riunione, noi ragazze siamo andate a curiosare un po’… C’erano delle signore davanti ad un pentolone intente a girare con cura un liquido simile al latte: si chiama “incaparina”…io l’ho assaggiata ma sinceramente non mi è piaciuta, al contrario di Francesca e Alberta che hanno fatto anche il bis! È una bevanda in polvere a base di latte, uova e carne aromatizzata alla cannella,  inventata da un famoso dottore guatemalteco per far fronte in parte al problema nutrizionale. A loro piace moltissimo e viene distribuita come merenda alla ricreazione nelle scuole.
Ma l’evento del giorno è che mi hanno fatto fare le tortillas per la cena!! Ne ho fatto due con un aspetto per niente simile a quello che sarebbe dovuto essere, ma io ci ho messo tutta la buona volontà! Non so se qualcuno abbia avuto il coraggio di mangiarle… io no! Ci hanno invitatati a cenare con loro e noi, molto volentieri, abbiamo accettato!
Siamo poi tornati a casa, ma la giornata, a quanto pare, non era ancora finita! Erano le 23:00 e si sentivano fino a casa nostra canti e preghiere a tutto volume… la curiosità come al solito ha prevalso sul sonno e siamo andati a vedere. Stavano facendo la veglia a un morto… sarebbe durata così fino a mezzanotte e mezza (e ci mancava solo che magari, il giorno dopo, come spesso succede ci svegliasse la mañanita per qualche compleanno alle 4 del mattino!). Sfrontati come sempre in queste occasioni, forse spinti anche dal sentirsi presuntuosamente un po’ divi, ci siamo infiltrati tra i partecipanti alla veglia, a consumare con loro “su cumbidu”! Ci hanno offerto caffè (il loro…) e tramezzini che però non abbiamo preso perché avevamo già mangiato e come se non bastasse, dopo aver chiesto il permesso, ci siamo dati alle riprese stile documentario! Era una cosa strana per le nostre usanze: la casa tutta aperta con un fiocco di plastica nera alla porta per indicare il lutto, la bara col morto dentro in esposizione, e i parenti che offrono da mangiare e da bere a chiunque si avvicini al tendone allestito fuori, mentre un coro canta e prega…
Arrivato il sonno, tutti a dormire!

Il giorno 27 ci aspetta un bel da fare… Nella prima mattina donne a lavoro per le pulizie della casa: a pranzo è stato invitato il Vescovo e non possiamo fare brutte figure! Alle 9.00 io e Alberta ci siamo dovute spostare per fare una cosa molto importante! Un caro amico di Padre Alberto, ottico, di cui non conosco il nome, prima che partissimo ci haregalato un bel po’ di occhiali da lettura premontati con la speranza che potessero essere utili qui a qualcuno! E io, da buona commessa di un negozio di ottica quale sono…( ?), insieme con Alberta, ci siamo occupate di distribuire gli occhiali a chi, tra i partecipanti alle catechesi, ne aveva bisogno!

Gli occhiali erano tanti, le persone pure, ma con l’aiuto di suor Lucia che spesso accorreva in nostro soccorso per qualche traduzione, siamo riuscite a soddisfare la maggior parte di loro! In realtà da semplice commessa per loro sono diventata ottico, poi oculista, poi guaritrice e chissà cos’altro!! Gli spiegavamo che non dovevano ringraziare noi ma chi aveva fatto la donazione magari con una preghiera, ma erano talmente felici di poter leggere così nitidamente la Bibbia e i libretti di canto che volavano baci, abbracci e strette di mano a volontà! Mi dispiace di aver notato che alcuni di loro avevano problemi agli occhi ben diversi dalla semplice presbiopia… inutile affermare che, probabilmente, rimarranno in quella situazione, non useranno i pochi soldi che hanno per fare visite mediche e interventi per vedere meglio… Rimane però, la soddisfazione di aver portato a termine con successo “l’impresa” e soprattutto rimane il riconoscimento per la donazione fatta dal famoso amico di P. Alberto!

L’altra impresa era preparare insieme agli altri il pranzo per il Vescovo… missione compiuta! Tutto buonissimo, il Vescovo ha mangiato, bevuto,… cantato e poi si è dedicato alla benedizione della casa e dello stemma che gli Alpini hanno affisso all’interno della stessa!
La sera, tutti presi dalle scoperte delle tradizioni del posto, abbiamo preso la palla al balzo per seguire Padre Giorgio e Padre Mariano che andavano a celebrare un matrimonio a domicilio!
Cammin facendo, il nostro entusiasmo si affievoliva sempre di più, soprattutto dopo aver scoperto che la sposa era la donna alla quale due giorni prima, sempre P. Giorgio con P. Mariano, avevano dato l’Unzione degli Infermi… Arrivati alla casa, nonostante la triste situazione, come al solito l’accoglienza è stata splendida! Ci hanno fatto accomodare nel “salotto” (una stanza 4 x 6) dove erano disposte due sedie e un tavolino. Conosciuto lo sposo ci hanno presentato una donna alta, magra, pallida e visibilmente provata. Era la sposa. Ha 43 anni (forse) ed è gravemente malata di cancro. Si era fatta raccogliere i capelli alla buona meglio apposta per l’occasione ma era palese quanto soffriva. La cerimonia era commovente: erano così bellini, innamorati ma allo stesso tempo rassegnati e consapevoli di quello che di lì a pochi mesi sarebbe potuto succedere. Un po’ imbarazzati ma contenti abbiamo fatto i nostri auguri e loro ci hanno offerto una bella tazza di cioccolata e una fetta di torta…. che noi, adesso più contenti che imbarazzati, abbiamo consumato!28 Gennaio…
È Domenica, e come ogni settimana fin’ora passata qui, questo è il giorno dedicato alle gite turistiche! Accompagnati da Romeo e sua moglie Nidia siamo andati a Livinghstone (non so se si scrive così). È un’isola molto tipica e turistica che sta alla foce del Rio Dulce, il fiume più grande dell’America centrale che sbocca nell’Oceano Atlantico. Abbiamo raggiunto l’isola dopo un affascinante attraversata nel fiume.

Nonostante il tempo non ci venisse incontro (come al solito pioggia) siamo riusciti a goderci a pieno almeno due ore di pura e incontaminata natura!! Avevamo avuto un assaggio di questa natura quando siamo andati a Tikal, ma era veramente un assaggio… Qui c’erano immense distese di verde interrotte dallo scorrere del fiume, e qua e là dai villaggi tipici del posto. Vivono di pesca e si spostano per qualsiasi motivo solo ed esclusivamente con una stretta canoa di legno… ce ne vuole di abilità per rimanere in equilibrio!! Abbiamo visto i pellicani, una miriade di altri uccelli e farfalle dai colori più strani, alberi e piante acquatiche… e poi per la nostra gioia abbiamo approfittato della presenza di una sorgente d’acqua termale per mettere in ammollo i nostri piedi… usciva del fumo dall’acqua, forse era la nostra puzza, ma vogliamo credere che fosse il calore dell’acqua! Saremmo voluti rimanere più a lungo, ma il nostro corpo rivendicava il suo SANTO DIRITTO di essere nutrito, cosicché siamo andati in un “ristorantino”, abbiamo usufruito del tavolo che ci avevano assegnato per celebrare la Messa (sempre molto originale!) e poi ci siamo “sazzati”! Bella giornata…. merito anche della splendida compagnia e disponibilità di Romeo e Nidia, che oltre tutto devo ringraziare particolarmente per avermi assistito durante le compere dei souvenir e per aver soprattutto mediato negli sconti!!

Uffa sono passati tanti giorni dall’ultima volta che ho scritto… non ho potuto farlo perché, fortunatamente, abbiamo avuto tanto da fare… ma sfortunatamente quando succede così, le cose da raccontare sono tante il tempo non c’è e le cose si accumulano… e NON NE HO PIU’ VOGLIA!!

29 Gennaio
Padre Ottavio ci ha portato a quella riunione di cui ha tanto parlato P. Alberto nel diario (29 gennaio) perciò non mi dilungo in particolari descrizioni! Me la sono scampata!
In questa giornata, che si organizza ogni anno, la situazione più simpatica è lo scambio di regali. Ognuno porta unregalo adattabile sia alle donne che agli uomini e secondo le modalità del gioco prestabilite, lo scambia con un'altra persona! Io ho regalato uno zaino… sono capitata con un ragazzo secondo un accoppiamento di figure di animali (io ero un coccodrillo)… e lui invece mi ha regalato una confezione di fazzoletti in stoffa per il naso e un crocifisso… DELUSIONE! Per un momento ho quasi pensato di riprendermi il mio zaino… grrr
Ho pensato bene, allora, di distrarmi facendomi prendere dai ritmi della marimba e lanciandomi insieme agli altri in trenini e balletti vari!!
Imparerò a usare questo strumento? È troppo bello… ma dubito… comunque per adesso mi accontento di ascoltarladirettamente da un cd… forse è meglio!!
BUENAS NOCHES LAURA

Caro diario,
la settimana appena trascorsa non è stata certo povera di eventi emozionanti. Dopo le assemblee parrocchiali e diocesana così ricche e nuove per noi cristiani sardo-europei, mercoledi’ 31 abbiamo visitato l’aldea “Los Olivos”, una delle due, appartenenti alla parrocchia di Dolores, di etnia q’ecì discendenti dagli antichi maya. Mario e Franco restano a casa a prepararsi per il viaggio di ritorno…sifa per dire, perché lavorano ancora ai tanti problemi che si sono presentati in questa casa. Vorrebbero restare ancora, ma la nostra amata Sardegna li aspetta e un po’ mi scappa la comozione e la nostalgia. Grazie Mario!
 
Grazie Franco! A si biri cun salludi! Torniamo alla nostra avventura, perché di questo si tratta quando viaggi in Guatemala. Con Rosa e Francesca in cascione che si beccano gli schizzi di fango sollevati volutamente dal quel burlone di Ottavio, facciamo tappa alla fattoria dei compari di p.Alberto che nello scorso viaggio aveva cresimato una loro figlia,Ana Lucrezia, scelto come padrino con largo anticipo…5 minuti prima della liturgia celebrata nella chiesa dell’aldea. Accoglienza e cordialità alle stelle, come sempre. Aspettando la ragazza dal suo rientro da scuola,(6 chilometri a piedi nel fango!) le ragazze provano il brivido di salire in sella a un cavallo carico di zecche anche nella criniera(più zecche che peli!). Poco distante, in un campo, una mucca ha appena partorito e ritorno ai tempi della giovinezza perché, davanti agli sguardi incuriositi delle ragazze, cerco di aiutare il vitello ad attacarsi alla mammella, ma è ancora troppo affaticato e lo lasciamo a riposare con la madre accanto. Tra non molto riuscira’ a poppare l’agognato latte cogliostro, basilare per la crescita di qualsiasi mammifero e…colloso, “come dice il ragionamento stesso”. Frattanto rientra Ana Lucrezia ed é commovente assistere all’ incontro di quella dura scorza di Alberto con le lacrimucce agli occhi e questa ragazza “imbarazzata”, come si lascia scappare Francesca prontamente richiamata da Ottavio, perché in spagnolo “imbarazzada” significa “incinta” e i genitori presenti possono fraintendere! Così, in un clima sempre più divertente, assistiamo all’apertura del regalo portato da Alberto…veramente sono tanti regali, materiale scolastico, dolci, una calcolatrice,soldi che fanno felice la figlioccia e inorgogliscono i genitori. Prima dei saluti, un simpatico cane, a un ordine dei padroni di casa, accalappia due galline, dono per Alberto e Ottavio. Sgomento nel gruppo… tranne che nel sottoscritto, che lo sa lui come valorizzare questi regali inaspettati.
Riprendiamo la lunga strada verso “Los Olivos” e purtroppo dobbiamo fermarci a 3 chilometri perché la pista è ostruita da un camion ribaltato. Percorriamo l’ultimo tratto a piedi,una salita ripidissima che affronto di buona lena stando con le più giovani e toniche donzelle. L’ultimo chilometro e’ in discesa,la luna si leva alta nel cielo mentre una leggera brezza accarezza i nostri corpicciuli sudati e affatticati, quando…ahi!ahi! turbolenze inaspettate scuotono il mio intestino. Più ci avviciniamo alla chiesa dove dobbiamo celebrare, più io penso a un bagno e sempre meno a un altare! Mi ripeto:”Questa è una delle poche chiese costruite in muratura e avranno pensato a uno straccio di bagno, anche piccolo, con un water  in ceramica, ma no! Mi accontento anche di una turca!” Arrivo alla chiesa facendo un ingresso da fare invidia a Speedy Gonzales e mi rivolgo a Ottavio con lo stato d’animo del condannato alla gogna: ”C’è un cesso da queste parti?” “Beh! Risponde lui, proprio cesso…volendo…” “Presto! Qui non si scherza! Incombe uno tzunami di…!!” E Ottavio mi conduce dietro la chiesa, mi indica poco più in alto,sotto un albero, un gabbiotto di tavole dove mi raccomanda di entrare con cautela perché alcuni utenti poco educati lasciano i loro ricordini qua e là e…mentre mi avvio verso tanto lusso,scivolo e inzuppo il mio tormentato didietro nel fango! La ciliegina sulla torta! Che fa dire a Ottavio:”Ti sei già seduto?” Arrivo al “bagno” con ingresso strettissimo senza porta. Dentro, una sorta di cassa in legno rovesciata, poggiata su tavole traballanti e precarie, potrebbe essere la meta tanto agognata…Si! Si! C’è un buco e…non guardare dentro, please! Mi accomodo con molta cautela e mentre il mio intestino ringrazia,voltandomi alla destra del bagno 5 stelle mi accorgo che è dotato anche di vista sulla stradina circostante, mancando di metà parete. Per fortuna, durante le fasi di scarico non passa nessuno a godersi la vista del panorama…Sì! Il mio!
Torno in chiesa e le mie amiche dopo avermi consolato e commiserato(false!) si lasciano andare a una irrefrenabbile risata che contaggia buona parte dei fedeli presenti, divertiti da quell’ippopotamo infangato e preoccupato come devo sembrargli in quel momento. Assisto alla messa senza concelebrare, non si sa mai, e assisto a una celebrazione singolare con aspetti nuovi e diversi rispetto alle altre partecipate in Guatemala. Tanta gente di cui la terza parte bambini che hanno fatto un tale casino da far sembrare la chiesa una scuola materna all’ora di ricreazione. Erano dappertutto a giocare, litigare, picchiare i cani, curiosare e fare le capriole sull’ altare, circondare affettuosamente le ragazze per rivedersi nel display delle macchine fotografiche. Mentre la liturgia andava avanti con l’ausilio di un interprete che traduceva dallo spagnolo al q’ecì, la lingua parlata dall’etnia omonima. Solo che, mentre Ottavio parlava per due minuti, il traduttore parlava per 5, non solo traducendo letteralmente ma mettendoci molto di suo. Tanti canti e la celebrazione che si conclude dopo quasi due ore per permettirci di andare a cena ospiti di una famiglia con il solito scenario di povertà e miseria ormai consueto con qualche aggiunta del tipo cane che pulisce le pentole a modo suo, a lume di candela, con il solito nugolo di bambini attorno di cui tanti addormentati in un giaciglio in una mallopa umana che sorprende e commuove. Le ragazze non fanno una piega e io assisto senza mangiare a causa dei noti problemi. Dopo i saluti raggiungiamo il pik-up sotto una bellissima luna piena che ci risparmia l’uso delle torcie, e poi via stipati in 7 nella cabina e con il repertorio di canzoni anni 50-90 da snocciolare nelle 2 ore di viaggio.
Giovedì 1° febbraio accompagnamo Franco e Mario all’aeroporto di Flores per la prima tappa del viaggio di ritorno.Li salutiamo commossi e grati per la loro presenza più che proficua. Occupiamo la mattina prendendo una barca a nolo che ci porta a visitare una ittiocoltura sul lago Peten-itzà’ che permette a Laura di ampliare il suo lavoro per l’università e a tutti di ammirare gli sforzi per migliorare la propria condizione, fatti dai floresiani. Ancora una tappa in un'altra isoletta per visitare un piccolo museo che richiederebbe uno spazio molto più grande dei sui 100 metri quadri, per permettere di ammirare i reperti maya sistemati alla rinfusa, senza alcuna logica o presentazione adeguata. Ultima tappa della gita, la visita allo  zoo che non mi entusiasma. Nonostante il contesto di una giungla bellissima, questi poveri animali privati della loro libertà,senza compagno, mi rattristano, considerando il fatto che sara’ difficile ammirare da liberi animali come il giaguaro, il puma, i coccodrilli.
Prima di pranzo visitiamo la clinica delle suore domenicane di S.Elena, struttura molto ben attrezzata ed efficiente.E’ l’orgoglio della direttrice suor Marcella, sarda di Ossi, in Guatemala da 28 anni che parla ormai solo spagnolo. Quando si dice integrazione! Ci porta al loro istituto dove ci offrono il pranzo e salutiamo ancora le bambine e ragazze ospiti. Ancora tanto affetto e gioia che ci commuovono e ancora saluti per tornare a casa con Ottavio che prima dell’arrivo a Dolores, devia nella pista che fino a 6 anni fa era l’unica strada percorribile nel Peten, piena di insidie di ogni genere, compreso anche l’assalto dei rapinatori armati di machete e penso che per fare i missionari qui non basta solo la vocazione ma ci vogliono anche due palle così.

Venerdì 2 partecipiamo alla liturgia della Candelora in Parrocchia e domenica alla messa che festeggia anche la professione perpetua di suor Dolores, una suora vicenziana agente pastorale qui a Dolores e in gambissima come tutte le sue consorelle. Partecipazione grandissima nonostante il caldo, con la gradita presenza del gruppo degli “ amici del Guatemala” da sempre sostenitori della missione e arrivati venerdì sera. Al pomeriggio le ragazze vanno al fiume con Alberto e Ottavio. Sono un po’ raffreddato e preferisco restare a casa a rigovernare. Mi chiedete che fine hanno fatto le galline? Dopo qualche discussione sul regalarle alle suore e lasciarle in vita (le ragazze a favore!) la situazione è degenerata in quanto le bestioline lasciavano troppe cacche dappertutto. A seguito di regolare processo, si è deciso(le ragazze a favore!) di affidarle al braccio del prete secolare…dopo una commovente confessione(perdono! Ho beccato!) ho fatto sì che si trasformassero in derrate alimentari nella forma da noi chiamata “pudda a buddiu”.
Ciao a tutti. Viaggiate ancora con noi.
Mariano. 

Ciao a tutti sono Rosa Maria,oggi è domenica e finalmente riesco a fermarmi per scivere un po’, nell’ultima settimana abbiamo avuto le giornate abbastanza piene....

Martedì 30 la mattinata è trascorsa tranquillamente tra spesa, bucato e preparazione della comida (mangiare), subito dopo aver rigovernato la cucina io, Francesca, Laura e Alberta siamo finalmente, dopo 3 settimane di permanenza a Dolores, riuscite a visitare il Museo che conserva un importante collezione di argheologia Maya quasi tutta ritrovata qui nel municipio di Dolores che vanta numerosi siti Maya sparsi qua e là nelle campagne e tra le varie aldee. La visita al museo è stata molto interessante nonostante la nostra scarsa conoscenza di spagnolo.Anche Mercoledì 31 la mattinata è trascorsa abbastanza tranquillamente. La serata di Mercoledì invece è stata ricca di avvenimenti e di risate.  Padre Ottavio doveva recarsi nel pomeriggio all’aldea de Los Ulivos per celebrare una Messa e così decide assieme a Padre Alberto di sfruttare l’occasione per passare  prima all’aldea di Naranjon a salutare Ana Lucrezia, la figlioccia guatemalteca di Padre Alberto, e la sua famiglia.

Io e le ragazze assieme a Padre Mariano ci uniamo a loro e così subito dopo pranzo si parte per quella che si rivelerà una splendida avventura… Prima di andare dalla figlioccia di Padre Alberto, bisogna fare un’altra “commissione”: c’è da portare un lettino all’aldea della Esmeralda necessario per il loro “ospedale”. Si parte dunque: io e Francesca in palangana assieme a due ragazzi di Los Ulivos e al famoso lettino, gli altri dentro. Il viaggio in palangana è lungo e divertente, il fuori strada di Padre Ottavio attraversa fiumi  che ci rinfrescano il viso ed i vestiti e grosse pozzanghere di fango fresco che vi lascio immaginare come ci riducono viso e vestiti… Il panorama che si gode dalla palangana, assieme alle tante risate che ci facciamo valgono la pena dello sballottamento e del fango dappertutto… Dopo due ore di viaggio arriviamo alla Esmeralda dove lasciamo il lettino e ci dirigiamo a casa della famiglia di Lucrezia dove arriviamo dopo una mezz’ora circa. L’accoglienza che ci riservano i compari di Padre Alberto è splendida e buonissima la limonata che ci offrono… Lucrezia è ancora a scuola, esce alle 16 ma impiega circa un ora per arrivare a casa, decidiamo di aspettarla ed in tanto visitiamo la fattoria e assistiamo al meraviglioso spettacolo di un vitellino appena venuto alla luce.

L’incontro tra Padre Alberto e Lucrezia è commovente, sono entrambi emozionatissimi ma lui di più… Scambio di regali tra Padre Alberto e la figlioccia e per non offendere Padre Ottavio andiamo via da quella casa con ben due galline, una per ciascuno dei Padri, naturalmente vive che viaggeranno con noi fino a Dolores… Ma prima dobbiamo andare a Los Olivos per la Messa e così ci mettiamo nuovamente in viaggio… Sulla strada per Los Olivos un camion si è ribaltato, il passaggio è bloccato e così lasciamo il fuoristrada e proseguiamo a piedi, ci attende circa mezz’ora di cammino, ma solo dopo aver sistemato le due galline dentro il fuori strada per evitare che ce le rubino… Arriviamo alla chiesa e sorpresa: Los Olivos è un’aldea Q’uecie e dunque la Messa è in questa lingua e noi non ci capiamo nulla…

Meno male che i bambini a scuola studiano anche lo spagnolo e così li “sfruttiamo” per farci da traduttori… Dopo la Messa che finisce alle 20.30 circa ci attende la lunga camminata fino al fuoristrada ma le sorprese oggi non sono ancora finite e prima di intraprendere il viaggio di ritorno ci invita a cena la famiglia dei figliocci di Padre Ottavio: brodo di pollo, riso, pollo e tortillas che sono buonissime, le migliori mangiate fino ad ora… Apprezziamo il buon cibo e grazie alle fioca luce delle candele non prestiamo troppa antenzione all’ambiente circostante tanto da non renderci conto che ci sono bambini che dormono dappertutto i più piccoli addirittura appesi al soffitto mediante delle piccole amache… La notte è illuminata da una splendida piena: lassù Qualcuno ci ama!!!. Dopo la nostra lunga camminata verso il fuoristrada ci attendono altre due ore di viaggio, questa volta gli umani tutti dentro, stretti come sardine, e le galline in palangana… Arriviamo a casa che sono quasi le 23 stanchi morti ma felicissimi dopo questa giornata ricca di emozioni…

Giovedì 1° sveglia all’alba, Mario e Franco partono e noi li accompagnamo all’aeroporto, dopo aver salutato i nostri compagni di viaggio ci dirigiamo a Flores dove trascorriamo una mattinata da turisti tra le varie isolette, musei e parchi.

A pranzo siamo invitati dalle suore domenicane di Santa Elena, benedette suore se non ci fossero le dovrebbero inventare, il pranzo era ottimo: spaghetti al sugo e pollo arrosto con patate e così ci siamo rinfocillati. Abbiamo avuto modo, prima di pranzo, di visitare la clinica che le suore domenicane gestiscono a Santa Elena, la responsabile è Suor Marcela, sarda di Ossi, in Guatemala da 28 anni una persona straordinaria dal carattere dolce e deciso allo stesso tempo come molte donne sarde. La clinica delle suore è pulitissima, molto ordinata ed anche ben attrezzata c’è l’ambulatorio odontoiatrico, quello oculistico, quello radiologico, quello cardiologico, il macchinario per l’elettroncefalogramma e tanti altri… C’è anche l’ambulatorio per la Tac costruito su misura dove però manca il macchinario perché costa davvero tanti soldi circa 400.000 dollari e la clinica che è un istituto d icarità non può permettersi il suo acquisto… Riuscire ad attrezzare anche questo ambulatorio è il sogno di Suor Marcela in modo da  poter fornire ai suoi pazienti, che sono persone bisognose che non possono permettersi il costo delle cure mediche, che qui in Guatemala sono TOTALMENTE a carico degli assistiti, anche questo servizio.
Chissà che unendo le nostre forze questo sogno non possa realizzarsi…
Quando nel pomeriggio torniamo a casa scopriamo che le due galline, che avevamo lasciato libere in cortile dalla sera prima, hanno sporcato dapertutto e così noi ragazze all’unanimità abbiamo emesso il verdetto: condanna a morte entro la serata! Padre Mariano è l’incaricato all’esecuzione materiale del verdetto, coadiuvato da Francesca… Problema galline risolto!

Venerdì 2 giornata dedicata alle grandi pulizie della casa, alla spesa e alla preparazione della cena, abbiamo ospiti stasera… Arrivano a Dolores un gruppo di amici di Siena, e non solo, di Padre Ottavio e padre Giorgio sono in 18, più noi 8, siamo in tutto 26. Abbiamo organizzato una cena fredda, da consumarsi in piedi perché le sedie non bastano per tutti, che riscuote un certo successo tanto da stupire anche noi… Nel menù insalata di riso, insalata con pollo (le famose due galline che già avete conosciuto), guacamole, banane a volontà e persino il dolce, una sorta di ciambellone comprato qui a Dolores.

Subito dopo pranzo nel bel mezzo della preparazione della cena io e le altre ragazze ci siamo concesse una pausa e abbiamo seguito Padre Ottavio al fiume Machaquilà dove abbiamo potuto farci uno splendido bagno con tanto di idromassaggio naturale dovuto a delle piccole cascate: Dio è grande!!!

Sabato 3 giornata più o meno tranquilla.

Domenica 4, e cioè oggi, di mattina siamo stati in parrocchia per la Santa Messa che era anche la festa per i voti che Suor Dolores ha preso venerdì a Città del Guatemala.

Una cerimonia bellissima, molto commuovente lunga ma allo stesso tempo gioiosa, con una luuunga predica tenuta da Padre Giorgio, la concelebrazione di ben 5 sacerdoti: Padre Giorgio, Padre Enrique, Padre Alberto, Padre Mariano e Padre Athos, tantissi canti e preghiere, momenti di meditazione e il dolce suono della marimba, stumento tipico guatemalteco. Dopo la Messa di corsa a preparare il pranzo perché poi assieme a Padre Ottavio torniamo al fiume a farci il bagno, oggi viene anche Padre Alberto con noi, mentre Padre Mariano fa il “casalingo” e rigoverna la cucina.

Ora mentre scrivo in casa ci siamo solo io, Alberta e Padre Alberto, gli altri sono a Flores con Padre Ottavio che alle 19 deve celebrare la Messa in sostituzione del Vescovo che è negli Sati Uniti per un corso.
Un saluto a tutti ed un abbraccio ai miei cari, ciao Rosa Maria.

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