secondo invio: 5 marzo 2008
Missioni

Ciao a tutti. Grazie per le cose bellissime che ci scrivete. Ci sentiamo molto incoraggiati e la vostra partecipazione ci aiuta in... quei momentini, che ci sono anche qui. Stanno arrivando da voi lettere con un ritmo mai avuto prima (una media di 10 al giorno, ma si può migliorare!!!) segno dell'affetto che ci unisce e del voler essere compartecipi. Ora provatevi ad immaginare di essere voi a mandare il "diario dal Guatemala" a tutti gli amici! È possibile!!!! andate a vedere www.predicazione.it  --- missionario è possibile. Un caro abbraccio p. Alberto

Dolores 5 marzo 2008
Eccomi qua, come già fatto da altri che mi hanno preceduto, a scrivere le nuove avventure dal Guatemala. Non voglio tediarvi, anche perché se ci penso mi torna il malumore, con i racconti legati al viaggio direi alquanto burrascoso e dispendioso oltre ogni aspettativa in quanto, chi mi ha preceduto, ha già provveduto a raccontarvi e ad erudirvi in proposito. Per me questa è la seconda esperienza che fortissimamente ho voluto. Non mi chiedo al momento le motivazioni che mi hanno portato a ripetere quanto già conoscevo anche perché, ritengo che ogni volta sia una cosa a se e questa, almeno dalle prime avvisaglie, devo dire che decisamente lo è, vuoi per i problemi già incontrati vuoi perché sicuramente ci saranno cose nuove. Per fortuna che quest'anno, "el comedor_io" non devo cimentarmi da solo. Per quanto riguarda la preparazione dei pasti c'è parecchia disponibilità e collaborazione da parte di Rita e della mia sorellina Mara che, così come Rita, si trova alla prima esperienza, pertanto posso dedicare le mie attenzioni a fare delle altre cose, insieme a Mario, utili nella casa e nella scuola di P. Giorgio.

 

Dopo il primo ambientamento, con Mario abbiamo preso visione delle novità: per prima cosa abbiamo potuto ammirare il nuovo tetto della casa per il quale abbiamo saputo che si dovranno sborsare parecchi soldini, poi abbiamo preso atto che, sotto il serbatoio nero di plastica, che troneggia sopra un altro in cemento, sopra il tetto della casa, è stato realizzato un consistente basamento, ripartitore di pesi, con tanto di crocicchio. Il serbatoio quando è pieno pesa parecchio per cui era necessario creare una struttura adeguata. Ah dimenticavo, l'interno del serbatoio di cemento è stato tutto rivestito e pavimentato con delle bellissime mattonelle 40 per 40 per eliminare quelle perdite di acqua che, chi lo scorso anno ha partecipato all'avventura, ha potuto vedere. Non finisce qui; per arrivare sul tetto una scala a dimensione umana e in ferro zincato è stata predisposta da mani sicuramente amorevoli forse perché ha capito che lo scorso anno io e Mario facevamo tanta fatica a fare gli scalini, che distavano almeno 60 cm l'uno dall'altro, per arrivare sul tetto e capire da cosa fossero causate le perdite. Mi pare di non aver notato altre novità; ah no dimenticavo! Le docce non funzionavano a dovere ma questo è un particolare di poco conto. Il buon Mario preso dal sacro furore della sua manualità ha passato al setaccio, con un ago, tutti i fori dello "sbrufador" e così come d'incanto ognuno si è potuto lavare, ce n'era veramente bisogno. Vi informo su un fatto appena capitato: mentre sono qui a scrivere il mio diario "del secondo viaggio in Guatemala" (quest'anno il Diario si scrive in quella che lo scorso anno era la camera di P. Mariano), sotto i piedi, vedo passare a velocità supersonica un topone. In Sardegna, nel Campidano, lo chiamano "merdona". Cosa fare? Smetto momentaneamente di scrivere e insieme a Mario ci cimentiamo in una caccia grossa dall'esito ovviamente nefasto per il topone. È stata una vera impresa da cacciatori della savana: io con uno spazzolone e Mario con un bastone. Tutte le volte che il topone gli passava davanti cercava di colpirlo senza che un solo colpo andasse a segno pertanto tenta e ritenta alla fine con un gran colpo di c..o riesco a bloccare per la coda l'intruso. A quel punto, Mario tenta e ritenta, finalmente qualche colpo va a segno ma nonostante la gragnuola di colpi la bestia vive ancora, scappa e si va ad infilare sotto un mobile. Io e Mario ci guardiamo sicuri di avere finalmente la vittoria in mano: siamo alla fine e con un colpo decisamente magistrale il topo si va ad infilare sotto lo spazzolone che avevo io come arma e che blocca l'energumeno. È fatta grido esultante a Mario ed è lì che con un salto a piè pari sullo spazzolone la belva termina la sua vita errabonda. Se lo desiderate, sempre a proposito di novità, vi parlo anche di un'altra chicca che abbiamo trovato nella casa. Abbiamo la grande compagnia di blatte che sembrano scarpe n. 45. Di quelle che volano. Pensate che P. Alberto se l'è trovata anche sul filo di un abatjour- Chissà perché queste bestiacce quando vengono prodigate di una scarpa sulla schiena fanno un rumore come di...."squashh"... Avete capito sicuramente. Adesso piccola interruzione sono esattamente le 24,00 ora locale per cui mi pare giunta l'ora di andare a fare la nanna.
Inizio del secondo strapazzo. Dopo una nuova mezza giornata di lavoro, nel pomeriggio abbiamo finalmente terminato i lavori presso il Collegio di P. Giorgio. Speriamo che per un pò le cose vadano bene.

La mattina di oggi ci ha visti in quel di Poptùn. Per chi non sapesse dov'è questo "Municipio", si tratta di un paese quasi adiacente a Dolores dove la vita e il movimento è completamente diverso da quello di Dolores. Una persona bene informata ci ha detto che la differenza che passa tra i due paesi è sostanziale e significativa nel senso che a Dolores le persone aspettano che qualcuno gli dia qualche lavoretto per sbarcare il lunario mentre a Poptùn sono gli stessi abitanti che si ingegnano per fare di tutto ed essere disponibili. Pensate che tra i due paesi non ci sono che 20 km ed esistono queste differenze. In verità devo anche dire che non è proprio di questo che volevo parlarvi ma della "gita" a Centro Maya, un'aldea della Parrocchia di Dolores. In quel posto il progresso pare che non si sia mai accorto che, nel mondo da qualche parte, esiste una comunità che ha bisogno di tutto. Si proprio di tutto. Anche delle cose più essenziali. Torme di bambini corrono scalzi da tutte le parti. Quando si cerca di fotografarne qualcuno quasi non si riesce perché scappano e vanno a nascondersi; solo dopo che gli si fa capire cosa si ha nelle mani, allora esiste il problema contrario, non si riesce a finire di fotografare e far poi obbligatoriamente vedere il risultato.

Sguardi di bambini, scalzi, mal vestiti ma sempre sorridenti, con grandi occhi che ti scavano dentro e che, con un barlume di riflessione, ti fanno capire quanto tu sia baciato dalla fortuna, nonostante noi "turisti" sappiamo oggi quanto sia difficile vivere in Italia. Ho incontrato una donna che a prima vista, da quanto era trascurata, sembrava che avesse non meno di 50 anni. Le mancavano i denti anteriori, vestita in modo molto sobrio ma pulito, dallo sguardo molto attento, vispo e vivace, si capiva che non doveva essere molto anziana pertanto ho voluto porle la domanda nel mio spagnolo molto approssimativo: "quantos años tienes?" la risposta è stata immediata "tengo 29 años". Lascio a voi ogni ulteriore considerazione. In aggiunta ho saputo che a 29 anni aveva già sei figli... Abbiamo incontrato un signore che stava preparando una rete che sarebbe servita per la pesca; in quel momento ho pensato a Laurita che lo scorso anno era arrivata piena di entusiasmo, si era portata perfino una rete che da noi si usa per la pesca delle anguille. Nelle sue intenzioni penso ci fosse il grande desiderio di capire come la gente del posto effettuasse le sue battute di pesca per poi poter trarre delle conclusioni che a lei sarebbero servite per gli studi universitari. Non ho mai scoperto se fosse riuscita in qualche modo a coronare il suo progetto. Me lo racconterà quando ci rivedremo...

A proposito, preso dalla foga scrivereccia mi stavo dimenticando di parlarvi di quel signore che con gran lena si prodigava nella realizzazione della rete da pesca. Il suo viso era pieno di rughe profonde, capelli bianchi e un pochino radi ma con degli occhi molto attenti e guizzanti che sembrava volesse fare in un battibaleno la radiografia a tutti i presenti. I suoi occhi velocissimi non si sono fermati un attimo e solo dopo aver posto alcune domande, con la collaborazione di Suor Lucia, abbiamo saputo che aveva "appena" 86 anni, veniva da molto lontano ed era lì in visita ai suoi parenti in cui erano compresi anche una torma di nipoti e pronipoti. Questo signore ha manifestato le grandi difficoltà che si incontrano nel trovare il materiale per la preparazione delle reti tipo cotone e piombi. Ci ha mostrato una rete precedentemente preparata con gran cura per la quale, dopo tre settimane di intenso lavoro, chiedeva un compenso di 600 quetzales (all'incirca 60 ?!!!), pensando che noi fossimo interessati all'acquisto. Penso che questo potrebbe essere un altro canale da utilizzare per mostrare la nostra disponibilità all'aiuto in quel di Dolores. Termino qui questo primo diario evidenziando che il cazzotto nello stomaco è come quello dello scorso anno se non di più. Hasta luego. Francisco

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