3_5 febbraio 2006
Missioni

3 febbraio – venerdì
Ore 9.00 partenza per Sacùl Arriba. E’ con noi suor Dolores. Suor Lucia non sta tanto bene: le sfacchinate dei giorni precedenti si fanno sentire e in più ha un calcagno dolorante per la spina di pesce.

Sacùl Arriba (vuol dire Sacùl Alto e Sacùl Abajo significa Sacùl Basso) è un’aldea molto organizzata. Hanno ricostruito la chiesa da poco e si sono dotati di un generatore di corrente e così stasera, alla Messa, riuscirò a leggere meglio il messale. Comunque ho sempre con me la mia pila!

La mattina un lungo e proficuo incontro con i responsabili della pastorale al quale partecipo solo in parte perché vado a conoscere i maestri e i ragazzi della scuola. Qui c’è la scuola primaria e la scuola materna. Ci sono due maestri: uno insegna a una pluriclasse (prima e seconda) e l’altro, sempre a una pluriclasse (terza,quarta e quinta – manca la sesta) e una maestra che insegna alla materna. Mi hanno accolto tutti bene, accettano che li intervisti e che riprenda la classe e la lezione.

I ragazzini hanno facce sveglie ed intelligenti.
C’è un caldo soffocante e il sole picchia che è un piacere.

Andiamo a trovare due malati, stiamo un po’ con loro ed il Padre e la Suora diventano per questa povera gente un motivo di speranza che apre la vita.

Ormai so già che cosa troverò a pranzo. Non mi sto lamentando, anzi, apprezzo molto e mi piace pure, questo pollo con riso: loro lo mangiano solo per le feste e oggi è a casa loro il Padre e la Suora, è una vera festa.

Il dopo pranzo è dedicato all’incontro dei gruppi, prima però il Padre missionario mi porta a salutare la mia figlioccia (nel novembre del 2004 ho fatto da padrino di cresima a una ragazza) all’aldea di Naranjon. La strada si snoda tutta in salita: un lungo serpente bianco affiancato da campi di milpa (così chiamano confidenzialmente il mais) e da foreste. Arriviamo fino a quota 900 e passa.

La ragazza, che si chiama Ana Lucrezia, è appena rientrata dalla scuola: la sua casa dista dalla scuola più di un’ora a piedi. A casa c’è sua madre e alcuni degli undici fratelli e sorelle, e una cognata con relativo bambino. Suo padre, mio compare (compadre, come si dice qui) è al lavoro. Sapevano che io ero a Dolores ma loro non hanno mezzi per muoversi e così aspettavano la mia visita, ma non essendoci mezzi di comunicazione, questa visita è stata un’improvvisata.

Mi fanno festa e mi danno una limonata fatta da loro. Cerco di non bere mai cose di cui non sono sicuro, questa volta mi sono fidato: speriamo bene!!!

Ana Lucrezia mi parla della scuola, frequenta la prima del basico: sarebbe il corrispettivo della nostra scuola media (tre anni) e dice di voler studiare.

Ha compiuto lo scorso ottobre 15 anni e qui le ragazze celebrano i quindici anni con particolare solennità: c'è una festa apposita: la festa della quinzegnera. Facciamo alcune foto insieme e poi ci salutiamo perché a Sacùl Arriba ci aspettano. Mi regalano dei pezzi di carne di cervo affumicata e una bella gallina che domani inviteremo a pranzo.

Al nostro arrivo a Sacùl Arriba, ci si organizza per i gruppi: mentre la Suora intrattiene i bambini della prima Comunione, il Padre Octavio aspetta le mamme.

I bambini ci sono tutti, io sto con loro anche perché li ho conosciuti la mattina a scuola e la Suora verifica il grado di preparazione, li fa cantare e si sta un poco insieme.

Delle mamme se ne presentano solo tre ed il Padre salta la riunione e appena i bambini terminano con la Suora, va con loro e con un altro nugolo che se ne è aggiunto, alla cancha (il campetto di calcio) che, anche se livellato in modo approssimativo, non manca mai in nessuna aldea, insieme alla chiesa e alla scuola.

Dei giovani non si presenta nessuno e così la serata scivola all’ora della Messa.

Prima della Messa, confessioni: sono rimasto quasi del tutto disoccupato perché tutti si confessano con il p. Octavio.

Poi la Messa. Arrivano i giovani per la Messa. Fanno un bel coro e animano la Messa con diligenza.

Alla fine della Messa, agli avvisi, il Padre si è detto dispiaciuto di non aver potuto incontrare mamme e giovani perché le occasioni d’incontro sono rade e si se disattendono pure, diventano ancora più rade.

Al rientro a casa trovo Ersilina con la sua madre e anche con il suo padre, nel frattempo arrivato da San Marcos. Sono raggianti. La ragazza è stata visitata e curata e suor Marcela ha consegnato loro l'intera cura per il morso della mosca ciclera (le rimanenti nove iniezioni) in modo che Domingo possa continuare con le iniezioni all'aldea. Ma la cosa che maggiormente li rende felici è stata l’accoglienza ricevuta: i poveri non sono abituati a essere presi in considerazione e quando questo avviene (e dovrebbe essere la regola, visto che Lui ha detto: “avete ricevuto me”) non si sentono più emarginati, lontani. La cosa più bella è che Ersilina guarirà bene e non porterà conseguenze di questa brutta avventura.

Chiaramente suor Marcela non le ha chiesto neanche uno spicciolo.

La chiamo ma non risponde al telefono: sono le 21 e la sua giornata al servizio dei poveri soffrenti, cominciata alle 5 del mattino, si è chiusa.

4 febbraio – sabato
Oggi è stato un giorno di riposo.

La mattina di buon'ora sono andato a vedere i lavori della “nostra” casa. Ci ho trovato Francisco e stanno allestendo per mettere il falso tetto in legno in alcune stanze. Si continua a pianellare e, dove manca, si fa l’intonaco.

I lavori procedono. Peccato che non siano finiti.

Mentre sto con Francisco, passa il P. Ottavio ed andiamo a Poptùm a prendere l’acqua depurata.

Appena ci si mette in cammino scoppia un temporale come quelli che raccontano i viaggiatori dei tropici: acqua in modo decisamente esagerato, tutto è sommerso ed in poco tempo le strade diventano ruscelli.

Dopo circa un’ora il temporale finisce e torna un po’ di fresco che ci fa respirare meglio dopo il caldo afoso di ieri.

Il p. Octavio questo pomeriggio ha attività al Centro Poliformativo con il grupo de salud mental.

Alle 19.00 Santa Messa: indovinate a chi ho pensato?

5 febbraio – domenica
Ore 10.00 la Santa Messa parrocchiale alla quale partecipano numerosi i cattolici di Dolores.

I canti sono accompagnati dal suono della marimba che è uno strumento a percussione interamente di legno: è lo strumento tipico del Guatemala. Rassomiglia come forma, un po’ lontanamente, al pianoforte a coda e ogni “pianoforte” (nella nostra chiesa ce ne sono due) viene suonato contemporaneamente da più suonatori: oggi sono in cinque.

Presiede il Padre Giorgio che è anche il parroco.

Il gruppo liturgico ha preparato canti adatti alla liturgia di oggi ed i lettori sono ben preparati. La Messa e le letture sono preceduti da ammonizioni preparate dal gruppo liturgico e lette, oggi, da una ragazza.

Dopo la Messa si va dalle suore vincenziane perché hanno preparato per noi un bellissimo e buonissimo pranzo a base di pesce: tutto di lago: Gamberoni con una salsa onduregna (buonissimi, ho fatto il bis) e un pesce fritto. È tutto molto buono. Questo pranzo è stato organizzato per il mio compleanno, anche se mancano ancora vari giorni!!!

Alla fine del pranzo hanno fatto anche un canto per me ed il padre Giorgio si è esibito in alcuni pezzi d’opera.
La sera tutto tranquillo, come sempre la domenica qui.
In piazza c’è concerto di Marimba, volevo andare ma poi me ne sono dimenticato.

E il container? Che ne è del container? Il container è in alto mare. Proprio in alto mare e il 16 febbraio arriverà qui in Guatemala. Sembra che la documentazione sia tutta in ordine, comunque incrociate le dita!!!
Ciao
p. Alb

Non so se riuscirò a scrivere ancora pagine di diario perché ormai la mia partenza è prossima e le cose, come succede sempre alla fine delle cose, sono tutte accelerate e si accavallano.

COMUNQUE, come d’accordo, ci vediamo 1l 18 febbraio (sabato) alle ore 18.00 al Centro Giovanile Domenicano e vi racconterò tutto, anche quello che manca, in diretta.
Ciao
p.Alb.

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