6 aprile 2011
Missioni

Buenos dias,
È il 1° aprile e ormai stiamo aspettando il container da più di 20 giorni: è veramente una presa in giro. Abbiamo calcolato i tempi della nostra partenza per metterli in fase con il percorso marittimo e le pratiche burocratiche “necessarie” per lo sdoganamento, ma questa volta gli “imprevisti” sono stati veramente tanti. La settimana scorsa sembrava che il rilascio fosse imminente tanto è vero che avevamo avvertito i ragazzi del collegio di P. Giorgio affinché venissero ad aiutarci. Poi un’ulteriore intoppo: il motorino deve essere immatricolato e assicurato, come se tutte le moto che circolano qui a Dolores fossero assicurate. P. Ottavio ha ribadito il concetto che potevano tenersi il motorino, ma “la legge è legge” e non si poteva mettere in circolazione il mezzo senza regolarizzarlo. E così è passata un’altra settimana perchè oggi la Sig.a Erika della Caritas ci ha comunicato che il container può partire, ma è necessario sapere se l’autista si mette in viaggio. Senza considerare che questo “scherzetto” è costato più di 15.000 Q.les cioè circa 1.500 euro solo qui in Guatemala. Cosa devo dire?? Penso al contributo (di soldi, di impegno di tempo, di disponibilità) di tante persone, all’entusiasmo che si prova andando a cercare quelle cose che vengono richieste espressamente dai Padri per le necessità della gente, all’entusiasmo di coloro che ci dànno le cose sapendo che i giochi, le scarpine, i vestitini dei propri bambini potranno far felice qualche altro bambino, al tempo rubato al lavoro o alla famiglia per avere la possibilità di essere presenti. Penso alle persone che - gratuitamente - hanno messo a disposizione i mezzi e le attrezzature per fare arrivare fino a qui questo benedetto container, ma penso soprattutto ai responsabili governativi - o meglio irresponsabili - che hanno messo i bastoni tra le ruote a questo invio. È una guerra tra poveri e forse aspettavano che ci stancassimo e facessimo le cose come sono abituati loro, cioè sottobanco. Abbiamo preso uno spavento perchè sul “diario/giornale” locale nei giorni scorsi è apparsa la notizia che per motivi di droga tutti i container scaricati a Puerto Barrio (cioè quello dove è arrivato il nostro container) sarebbero stati bloccati e sottoposti a controlli - con l’aiuto anche della narcotici americana - per sventare un grosso traffico internazionale di droga.

Spavento cessato perchè abbiamo saputo che il nostro container era già stato controllato ed il problema era solo burocratico a causa del motorino. Per fortuna, però l’amarezza rimane soprattutto nell’impossibilità di fare qualcosa concretamente. Con i Padri abbiamo pensato che forse l’anno prossimo sarebbe meglio andare al porto di arrivo così da sbrigare le pratiche direttamente senza aspettare i tempi biblici, da passacarte, e gli intoppi burocratici con i quali ci siamo scontrati. Comunque è intenzione di P. Ottavio, d’accordo con il Vescovo, di fare una lettera di denuncia mettendo in evidenza il disinteresse dimostrato dalle autorità locali in dispregio agli aiuti che vengono inviati da così lontano.
Tornando al narcotraffico dovete sapere che anche in Guatemala questa “peste” spadroneggia in lungo e in largo e che “indirettamente e come al solito” sostiene alcuni politici che si sono candidati alle elezioni che si svolgeranno entro la fine dell’anno. Tra i candidati c’è anche la moglie dell’attuale presidente. Nella costituzione guatemalteca non è previsto un secondo mandato per il Presidente della Repubblica, né si possono candidare i suoi parenti né tantomeno i parenti dei precedenti Presidenti. Invece i candidati attualmente in lizza sono tutti imparentati sia con i precedenti Presidenti sia con quello attuale. Poiché quest’ultimo - il Sig. Colom - non può ripresentarsi, allora propone la moglie: ma sono sposati!!! Ed allora ecco che esce il coniglio dal cilindro: i due divorziano pubblicamente. La Signora Sandra Torres (la dama presidenzial) appare in televisione tutti i giorni e, con le lacrime agli occhi, giura di voler convolare a nuove nozze… con il “pueblo”. Questo atteggiamento, piuttosto contraddittorio, sta sollevando il malcontento del popolo e ci sono diverse correnti che giustificano o meno il comportamento della “pareja presidenzial”/coppia presidenziale. I cattolici gridano allo scandalo per il divorzio, ma in effetti i due sono sposati solo civilmente, gli oppositori si ribellano all’escamotage messa in atto per farsi largo a gomitate non credendo alla ”bonomia” sbandierata dalla candidata. Insomma anche qua il potere fa gola un po’ a tutti e non tutti sanno usarlo a dovere quando ne vengono in possesso.
Hola è il 6 aprile. Scusate l’interruzione, ma ci sono stati tanti avvenimenti e nel frattempo sono arrivati gli Amici ma soprattutto è arrivato il container!!!!!
Quando vi ho lasciati abbiamo ricevuto una telefonata da P. Giorgio il quale ci avvertiva che forse l’indomani mattina  - 2 aprile - sarebbe arrivato il container. Con Claribel avevamo programma di andare a visitare Ixtontòn (Isctontón) un sito archeologico che si trova a circa 3 km. dal collegio di P. Giorgio, ma vista la novità abbiamo rimandato.
L’indomani mattina P. Giorgio - che era a Poptún per gli esercizi spirituali delle Suore - ci ha chiamati perchè cercava P.Ottavio (che si trovava a Flores avendo dovuto accompagnare dei malati all’ambulatorio di igiene mentale), il quale doveva dare l’autorizzazione all’autista di partire perché la Missione “accettava” il carico. Dopo un paio di telefonate finalmente P. Ottavio è riuscito ad inviare una e-mail con l’autorizzazione (quanta burocrazia e nel frattempo erano arrivate le 11,30 del mattino!!) e l’autista ha comunicato che si sarebbe messo in viaggio subito per arrivare nel primo pomeriggio.
Siamo rimasti in attesa vedendo giungere ormai la fine di questa travagliata spedizione e nel frattempo abbiamo chiamato alcuni ragazzi della scuola di P. Giorgio affinchè ci dessero una mano a scaricare. Abbiamo dato appuntamento per le 15,30 ma loro sono arrivati con calma alle 16,15…

Arrivo del Container

il container invece puntuale arriva e l’autista - Alfredo - si presenta alla porta con una guardia giurata con tanto di fucile a pompa… era la prima volta che ci capitava di veder così ben salvaguardato il nostro container !!
Dopo aver dato da bere ai nuovi arrivati, Francisco si è preparato con il seghetto per tagliare il piombo/sigillo del portellone, ma l’autista – che ci sembra molto stanco - senza mezzi termini prende un attrezzo e fa saltare la chiusura. La prima cosa che si vede è… il motorino!!! Con molta cautela Francisco, aiutato da Gigi e dall’autista, provvede a scaricare le prime scatole che erano state incurantemente ributtate alla rinfusa all’interno del container, facendo attenzione che non cadessero per terra e non si rompessero. Fa un gran caldo, ed io sono incaricata di spuntare “colli” provvedendo allo smistamento: quello per la casa, quello per le Suore di Poptún, quello per le Suore di S. Elena, quello per le Suore di San Benito, quello per il Vescovo, quello per P. Giorgio, quello per P. Ottavio… i giocattoli da una parte, le scarpe da un’altra, per l’abbigliamento ci vuole un grande spazio, così pure per gli alimentari, i parafarmaci sono tantissimi (li metterò tutti insieme, poi li smisterò tra Marcellino (il “dentista”), l’ambulatorio di S. Elena, il centro nutrizionale di Dolores). In affetti anche se eravamo in pochi il lavoro era un po’ lento, ma abbastanza ordinato; poi sono arrivati i “6 rinforzi” di P. Giorgio i quali però, non avendo molto il senso dell’organizzazione e della pazienza, hanno creato un po’ di confusione, alla quale sicuramente porremo rimedio nei prossimi giorni. Poi è arrivato anche Dariel, il giovane insegnante che l’anno scorso ci aveva segnalato la precarietà del tetto della scuola di El Pedregal che avevamo provveduto a sistemare. A lui abbiamo affidato le nostre due macchine fotografiche affinchè “tirasse” quante più foto fosse possibile (al termine dello scarico Dariel aveva consumato la batteria di entrambe le macchine, aveva “tagliato” tantissime teste, ma potevamo dirci soddisfatti perchè c’era molto materiale tra cui scegliere). La confusione inoltre si è creata perchè siamo stati presi dalla fretta: il cielo all’improvviso si è incupito promettendoci una pioggia torrenziale e la fretta ha fatto un po’ da padrona, ma mi interessava solo che  il container fosse arrivato. Alle 18,30 avevamo terminato tutto e dopo aver ringraziato l’autista e il suo “guardespaldas/guardaspalle”, ci siamo dedicati ad aprire la cassa che conteneva la Madonnina. Abbiamo avvertito i ragazzi di fare piano e con calma e devo dirvi che sono stati di una delicatezza estrema e tutti e sei insieme hanno portato alla …luce la statua. Mi sembrava di rivivere il momento in cui è stata rinvenuta tanti secoli fa la nostra Madonna di Bonaria ed ho visto i visi  meravigliati dei ragazzi. Foto di rito con P. Ottavio e Claribel, che nel frattempo ci avevano raggiunti, poi merendina e Cocacola per tutti. È stata una giornata estremamente stressante, eravamo fradici di sudore e pieni di polvere , ma eravamo felici perchè l’incubo aveva avuto termine. E poi l’indomani doveva arrivare P. Alberto con dei nuovi amici e gli avremmo fatto la sorpresa.

IXCOCHOL

 

L’indomani mattina siamo stati con P. Ottavio all’aldea Ixcochol (Ixcochol) sulla strada per Poptún. Non era prevista la sua celebrazione quindi ci si aspettava una risicata partecipazione alla funzione (che sarebbe dovuta essere solo liturgia della parola) anche perché un quell’aldea sono tutti parenti. Invece al nostro arrivo - in notevole anticipo secondo i canoni di P. Ottavio - abbiamo trovato la chiesetta aperta e il catechista, un anziano signore, che appena ci ha visto si è illuminato per la gioia. Dopo i convenevoli di rito, ha “tocato/suonato” la campana/cingolo, poi è andato personalmente di casa in casa avvertendo che era arrivato il parroco per la celebrazione della S. Messa. Pian pianino sono arrivati tutti i suoi parenti con molti bambini e P. Ottavio ha avuto un saluto ed una carezza per ognuno di loro. La celebrazione è stata molto semplice e con Francisco abbiamo apprezzato la sobrietà e la compostezza di questa comunità. Quest’anno ci è capitato di partecipare alle cerimonie in alcune aldee dove il chiasso regnava sovrano e P. Ottavio doveva fare una fatica improba per essere sentito e per non dover essere costretto a redarguire qualcuno. È per caso il segno che i tempi stanno cambiando??? Ci piaceva di più prima: il chiasso c’era sempre, ma non era gridato, non dava fastidio, non era maleducato, ora invece ci sembra sia cambiato qualcosa, colpa della globalizzazione anche quaggiù e quindi i “modelli” che arrivano sono sbagliati???
Poi siamo andati a Poptún a fare un po’ di spesa e siamo passati a trovare alcune Suore domenicane che devono organizzare una casa di accoglienza per anziani. La responsabile è Sor Diana una suorina dolcissima, con gran senso di responsabilità che è stata in Italia per tanti anni; appena mi ha vista mi ha detto “Dios la bendiga Rita porque necesitamos de todo/Dio la benedica Rita perchè abbiamo bisogno di tutto”. La costruzione prevede un salone comune, una cucina con il refettorio, la casa per le Suore (tre stanze con bagno) e due cameroni - uomini e donne - per ospitare gli anziani (9 letti per stanza con un unico gabinetto e doccia per gruppo di persone). Devono ancora terminare il locale lavanderia e per il momento stanno facendo un censimento per verificare l’effettivo stato di necessità degli anziani i quali, allo stato attuale in mancanza di attrezzature adatte (coperte, lenzuola, cuscini, armadietti, ecc. ecc.), verranno ospitati solo per il pranzo. Poi si vedrà.  La Suora mi ha fatto un lunghissimo elenco di necessità tra le quali anche le medicine; io e Francisco abbiamo promesso la nostra buona volontà per cercare di reperire il materiale di cui hanno bisogno e per sensibilizzare le persone di buon cuore che conosciamo in Italia. Sor Diana ci ha ringraziati tantissimo perchè sa che faremo il possibile per mantenere la promessa e venire incontro a questa nuova attività che, dopo i bambini, sta diventando un problema impellente. Abbiamo pensato a quanti panni per anziani sono arrivati con il container e ringraziamo di cuore colui che ce li ha regalati: quando si dice la Provvidenza…
Alle 18.00 è passato Romeo per portarci all’aeroporto ad accogliere P. Alberto & Co. L’aereo è stato puntualissimo ed i nostri amici stremati dalla stanchezza. Dopo i convenevoli di rito e gli abbracci, il viaggio di rientro si è svolto nel silenzio più assoluto: la stanchezza era incombente. A casa abbiamo trovato ad aspettarci P. Ottavio e P. Giorgio. P. Alberto, che durante il viaggio aveva categoricamente espresso il desiderio di andare subito a dormine senza mangiare, alla vista dei due confratelli si è messo assieme a loro sotto la champa e assieme hanno chiacchierato per una buona ora: la famiglia domenicana si era riunita. Sono molto contenta dei nuovi amici di cui vi racconterò in seguito e per i quali spero di essere una buona compagnia.
Beh per il momento basta, vi ho annoiati abbastanza. Anche perchè l’argomento della prossima puntata sarà dedicata a… sorpresa. A risentirvi presto e che “los angelitos vos protegan/che gli angeli vi proteggano”. Besitos a todos
Rita

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