25 Novembre 2004  Giovedì
Missioni

25 Novembre 2004  Giovedì

Oggi ho passato tutta la giornata in casa. Ho completato il diario fino ad oggi.
Padre Giorgio è impegnato con i documenti della scuola ed è andato al provveditorato a santa Elena.
Sono stato con lui al provveditorato giorni fa: tutto è fatiscente e dà l’idea della provvisorietà. Le persone dell’ufficio sono molto gentili. Lo spazio riservato agli uffici è davvero ristretto e, siccome non ci sono né armadi né scaffali, il pavimento è coperto da centinaia, forse migliaia di cartelle e documenti vari.
Ogni impiegato ha il suo computer, anche abbastanza moderno e molte cose le fanno proprio con la computadora.
Il p. Ottavio deve dare gli ultimi ritocchi al centro poliformativo perché domani ospiterà il primo incontro dei catechisti di tutta la parrocchia, aldee comprese. È una convivenza che cominerà il pomeriggio di domani e terminerà con il pranzo di sabato. La parrocchia si fa carico del mangiare e dell’alloggio dei convenuti che collaboreranno portando frijoles e maìs.
Alla sera, alle 19.00 partecipo all’ora santa: un’ora di adorazione, nella chiesa parrocchiale. L’ora santa è stata accompagnata da una violenta e copiosissima pioggia che, cadendo sul tetto di onduline metalliche della chiesa fa un gran baccano e sembra ancora piú forte!

26 Novembre 2004 Venerdì

Anche oggi ho passato tutta la mattinata in casa perché il p. Ottavio deve preparare l’incontro dei catechisti e il p. Giorgio è impegnato con le ultime rifiniture per la cerimonia della consegna dei diplomi della scuola san Martin de Porres.
L’incontro/convivenza dei catechisti si fa ogni mese e questa volta viene usato per la prima volta il centro poliformativo.
Sul tardi della mattinata andiamo da Cebito (Eusebio) un catechista e responsabile della politica della terra, per vedere la culebra che circa un mese e mezzo fa ha catturato. Si tratta di un anaconda enorme, lungo più di 2 metri e con una circonferenza di circa 30 cm. Lo tiene rinchiuso in una gabbia di 50x50 e quando Cebito lo tira fuori è tutto anchilosato e fa fatica a distendersi sul terreno. Questo grosso rettile sembra un po’ intontito e assonnato, tanto che lasciato libero a terra si muove proprio a stento. Mi fa impressione, ma soprattutto mi fa compassione. È un anaconda e, vedendo quanto è grosso, pur essendo cucciolo, non si fa fatica a pensare che pur non essendo velenoso, se si capita tra le sue spire, sarà difficile liberarsene.
Il pomeriggio alle 14.00 comincia l’incontro. I catechisti arrivano da tutte le aldee e cominciano ad accupare la bella sala riunioni ottagonale che è posta all’ingresso del centro poliformativo.
Cominciano con una riflessione e una preghiera sul tema della violenza alle donne, portando fatti noti pubblicati dalla stampa e conosciuti dai presenti.
Io m’incarico di fare  delle foto e delle riprese di tutto il centro poliformativo e dell’attività in corso. I locali sono molto belli e funzionali, le persone hanno già messo le loro cose nei quattro dormitori, quelli per i maschi e quelli per le donne. In cucina fervono i parativi per la cena. Mi dicono che ogni mese si fa carico di questo servizio di preparazione dei pasti un’aldea diversa, a turno.

Tornato nella sala/incontri, trovo il padre Ottavio che spiega e tutti che partecipano attenti e con varie domande.
Verso le 16.00 vengo portato al collegio dove ci sarà la consegna di un diploma ai ragazzi che hanno frequentato un corso di “artigianeria”. Il professore, mandato da Ministro della pubblica istruzione, il padre Giorgio e tutti i partecipanti fanno una breve ma significativa cerimonia, sfilando con le bandiere del Guatemala e del Centro Educazionale (come lo chiamano qui); canto dell’inno nazionale e di quello del collegio, discorsi ufficiali e consegna del diploma di “artigianeria”.

Gli elaborati dei ragazzi sono degli angioletti e dei simboli maya in legno, scolpito da loro.
Alle 19.00 ritorno al centro poliformativo per la santa messa. In queste messe mi ha colpito soprattutto l’attenta partecipazione e gl’innumerevoli interventi alla preghiera dei fedeli (anche troppi!!), oltre, naturalmente i canti, sempre fatti con entusiasmo e trasporto.

Alla fine della messa mi viene chiesta una testimonianza. Dico ai catechisti che li ammiro moltissimo perché tengono viva la presenza di Gesù e della chiesa in tutte le aldee nonostante le difficoltà più differenti ed evidenti. Il Missionario può veramente contare su di loro, come, del resto, loro contano sul missionario.

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