CENA BIANCA
Celebrazioni

.

CHE COSA È

La "Cena Bianca"
un'occasione per stare insieme,
pregare,
riflettere,
condividere,
programmare...
un momento di grazia
che il Signore
mette lungo la mia via.
È Lui che passa
e bussa alla mia porta.
Se non sarò pronto ad aprire
chissà
se tornerà ancora a bussare
...

 

Occorrente

* Una grande croce con appese delle piccole candele che resteranno accese durante tutta la celebrazione
* Uno o più cesti con di pane
* Tanti lettori quante sono le letture (attenzione alla prima per la quale ne occorrono 23 oppure si fa leggere qualcuno due volte (sconsigliato) e la richiesta di perdono.
* Il testo (almeno dei canti) per tutta l'assemblea
* Acqua benedetta per benerire il pane (cercare la formula)
* Il cero pasquale, segno di Gesù Risorto e Salvatore di tutti
* Ogni partecipante (meglio ogni famiglia partecipante) abbia una busta dove metterà il denaro che avrebbe speso per cenare. Questo denaro verrà utilizzato per fare una opera buona che dev'essere nota a tutti:es. aiutare una famiglia povera, uno studente, una missione, un missionario che appartiene alla nostra Comunità, una delle tante microrealizzazioni in un paese di missione (pozzo, mucca per latte dei bambini ecc...)
* Un babbo e una mamma che portino le buste all'altare

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Presentazione
Canto di ingresso
Orazione
lettura
proiezione
Canto
letture dai Padri della Chiesa
Canto
letture dai Padri della Chiesa
Canto
dal Siracide
Canto al Vangelo
Vangelo
Omelia
Riflessione in silenzio
Liturgia penitenziale
offertorio con canto
Congedo
Canto finale

Canto d'ingresso

Cel.: Nel nome del Padre e del Figlio e Dello Spirito Santo
Ass.: Amen

Cel.: Preghiamo:
Signore, che nella tua benevolenza provvedi alle necessità di tutte le creature, perdonaci quando noi tuoi fedeli non dimostriamo realmente il nostro amore per i fratelli che soffrono la fame ed ogni genere di emarginazione. Fa' che, liberati dal bisogno e dalla miseria anche attraverso la nostra solidarietà, possano servirti nella serenità e nella pace. Per Cristo nostro Signore.


Ass.: Amen

Guida
uomini nuovi, rinnovati dalla Parola di Dio
La Parola di Dio è ricca di insegnamenti per quanto riguarda:l'amore fraterno la carità la disponibilità l'elemosina la solidarietà la misericordia.
Ascoltiamone alcuni passi scelti e proclamati senza un ordine preciso, lasciamoci istruire dalla Parola di Dio: ogni passo è un pressante invito a un confronto con le nostre scelte di vita. Leggeremo i vari passi senza citare l'autore.

Lettori: uno per ogni numero
1) Chi ha l'occhio generoso sarà benedetto perchè egli dona del suo pane al povero (Pr. 22,9)
2) Getta il tuo pane... con il tempo lo ritroverai (Qo. 11,1)
3) Gesù andò a sedersi accanto al tesoro del tempio e guardava la gente che metteva i soldi nelle cassette delle offerte. C'erano molti ricchi i quali buttavano dentro molto denaro. Venne anche una vedova, povera, e vi mise soltanto due piccole monete di rame.
Allora Gesù chiamò i suoi discepoli e disse: “Vi assicuro che questa povera vedova ha dato un'offerta più grande di quella di tutti gli altri. Infatti gli altri hanno offerto quello che avevano d'avanzo, mentre questa donna, povera com'è, ha dato tutto quello che possedeva, quello che le serviva per vivere. (Mc. 12,41-44)
4) Ebbene, se volete che tutto sia puro per voi, date in elemosina ai poveri quel che si trova nei vostri piatti (Lc.11,41)
5) E Gesù rispose “Per essere perfetto vai a vendere tutto quello che hai e i soldi che ricavi dalli ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi” (Mt.19,21)
6) Dà in elemosina quanto ti sopravanza (Tb.4,16)
7) Il giusto dona senza risparmiare (Pr.21,26)
8) Dunque, quando dai qualcosa ai poveri, non fare come gli ipocriti, non suonare la tromba davanti a te; essi fanno così nelle sinagoghe e per le strade perchè cercano di essere lodati dalla gen- te. Ma io vi assicuro che questa è l'unica loro ricompensa.
Invece quando aiuti qualcuno non dirlo a nessuno, neanche ai tuoi amici. La tua elemosina rimarrà segreta; ma Dio, tuo Padre, vede anche ciò che è nascosto e ti ricompenserà. (Mt.6,2-4)
9) Se qualcuno rubava, ora non rubi più, anzi si dia da fare con le proprie mani per avere la possibilità di aiutare chi si trova nel bisogno (Ef. 4,28)
10) La vostra abbondanza supplisca la loro indigenza (2 Cor. 8,14)
11) L'Elemosina libera dalla morte, purifica da ogni peccato, coloro che fanno elemosina godranno lunga vita. (Tb.4,10;12,9)
12) Colui che fa la carità al povero fa un prestito a Dio. (Pr.19,17)
13) L'elemosina espia i peccati (Sir. 3,29)
14) chi pratica l'elemosina fa sacrifici di lode. (Sir. 35,2)
15) Sconta i tuoi peccati con l'elemosina (Dn.4,24)
16) Le tue elemosine sono salite davanti a Dio (At.10,4)
17) Veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno (At. 4,35)
18) Amerai il tuo prossimo come te stesso (Lv. 19,15; Mt.22,39; Lc.10,25-37)
1 9) Vi do un comandamento nuovo che vi amiate gli uni gli altri
(1 Gv. 2, 7,11)
20) Così non ci sono divisioni nel corpo: tutte le parti si preoccupano le une delle altre. Se una parte soffre tutte le altre parti soffrono con lei; e se una parte è onorata tutte le altre si rallegrano con lei. Voi siete il Corpo di Cristo e ciascuno di voi ne fa parte. (1 Cor. 12,25s)
21) Aggiungete all'amore fraterno la carità. (1 Pet. 1,7)
22) Chi ama suo fratello dimora nella luce (1 Gv. 2,1O)
23) Non chiuderai la mano davanti al fratello bisognoso (Dt.15,7-11)

Lettori

Dall'Omilia sulla carità di san Basilio Magno, vescovo
Seminate per vostro bene secondo giustizia
Imita la terra, o uomo, produci anche tu i tuoi frutti per non essere inferiore alle cose materiali. La terra produce frutti, però non può goderseli e li produce a tuo beneficio. Tu invece puoi raccogliere a tuo vantaggio tutto ciò che vai producendo. Infatti la ricompensa e il premio delle buone opere vanno a coloro che le hanno compiute. Se hai dato all'affamato, diventa tuo tutto ciò che gli hai donato, anzi ritorna a te accresciuto. Come infatti il frumento che cade in terra, va a vantaggio di colui che lo ha seminato, così il pane dato all'affamato, riporta molti benefici.
Quello che è il fine dell'agricoltura sia dunque per te il criterio della seminagione spirituale. «Seminate per voi secondo giustizia» (Os 10, 12), così dice la Scrittura. Verrà il momento nel quale dovrai abbandonare le ricchezze, anche tuo malgrado, mentre porterai al Signore la gloria acquistata con le opere buone. Quando ti presenterai al giudice universale, il popolo ti chiamerà benefattore e generoso donatore e ti applicherà i migliori appellativi della carità e della bontà.
Non vedi coloro che per un onore di breve durata o per lo strepito e l'applauso della gente, profondono ricchezze nell'allestire spettacoli, competizioni atletiche, commedie, lotte crudeli con le fiere, lotte che la gente disprezza al loro primo presentarsi. Tu invece sei parco proI Padri della Chiesa, gli scrittori più antichi, ci parlano con molta forza per farci capire che la condivisione, l'aiuto fraterno, l'amore vicendevole che arriva fino a spezzare insieme il "pane" non sono un opzional nè devono restare solo parole, anche se belle, ma sono un'esigenza per chi sa di essere cristiano e vuole esserlo di fatto.
prio in quelle spese che ti possono procurare una gloria immensa.
Sii attivo nel bene. Ti approverà allora Dio, ti loderanno gli angeli, ti proclameranno beato tutti gli uomini che sono esistiti dalla creazione del mondo in poi, riceverai la gloria eterna, la corona di giustizia, il regno dei cieli come premio del retto uso delle cose terrene e caduche.
Ma, a quanto pare, di tutti i grandi e incorruttibili beni, oggetto della beata speranza, non ti curi affatto, avido come sei solo di beni terrestri. No, non fare così.
Largheggia con ciò che possiedi, sii generoso, anzi munifico nell'affrontare spese a beneficio dei bisognosi. Si dica anche di te: «Egli dona largamente ai poveri: la sua giustizia rimane per sempre» (Sal 111, 9).
Quanto dovresti essere grato al donatore benefico per quell'onore che ti viene fatto! Quanto dovresti essere contento di non dover tu battere alla porta altrui, ma gli altri alle tue! E invece sei intrattabile e inabbordabile. Eviti di incontrarti con chi ti potrebbe chiedere qualche spicciolo. Tu non conosci che una frase: «Non ho nulla e non posso dar nulla, perché sono nulla tenente». In effetti tu sei veramente povero, anzi privo di ogni vero bene. Sei povero di amore, povero di umanità, povero di fede in Dio, povero di speranza nelle realtà eterne.


Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
(Disc. 14 sull amore ai poveri 38, 40 PG 35 907. 910)
Serviamo Cristo nei poveri
Afferma la Scrittura: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7). La misericordia non ha l'ultimo posto nelle beatitudini. Osserva ancora: Beato l'uomo che ha cura del misero e del povero (cfr. Sal 40, 2) e parimenti: Buono è colui che è pietoso e dà in prestito (cfr. Sal 111, 5). In un altro luogo si legge ancora: Tutto il giorno il giusto ha compassione e dà in prestito (cfr. Sal 36, 26).
Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. Neppure la notte sospenda i tuoi doveri di misericordia. Non dire: «Ritornerò indietro e domani ti darò aiuto». Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l'opera di beneficenza. La beneficenza, infatti, non consente indugi. Spezza il tuo pane all'affamato e introduci i poveri e i senza tetto in casa tua (cfr. Is 58, 7) e questo fallo con animo lieto e premuroso. Te lo dice l'Apostolo: Quando fai opere di misericordia, compile con gioia (cfr. Rm 12, 8) e la grazia del beneficio che rechi ti sarà allora duplicata dalla sollecitudine e tempestività. Infatti ciò che si dona con animo triste e per costrizione non riesce gradito e non ha nulla di simpatico.
Quando pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere: « Se allontanerai da te la meschinità e le preferenze », cioè la grettezza e la discriminazione come pure le esitazioni e le critiche, la tua ricompensa sarà grande. «Allora la tua luce sorgerà come l'aurora e la tua ferita si rimarginerà presto» (Is 58, 8). E chi è che non desideri la luce e la sanità?
Perciò, o servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi se ritenete che la mia parola meriti qualche attenzione, ascoltatemi: finché ci è dato di farlo, visitiamo Cristo, curiamo Cristo, alimentiamo Cristo, vestiamo Cristo, ospitiamo Cristo, onoriamo Cristo non solo con la nostra tavola, come alcuni hanno fatto, né solo con gli unguenti, come Maria
Maddalena, né soltanto con il sepolcro come Giuseppe d'Arimatea, né con le cose che servono alla sepoltura, come Nicodemo, che amava Cristo solo per metà, e neppure infine con l'oro, l'incenso e la mirra, come fecero, già prima di questi nominati, i Magi. Ma, poiché il Signore di tutti vuole la misericordia e non il sacrificio, e poiché la misericordia vale più di migliaia di grassi agnelli, offriamogli appunto la misericordia nei poveri e in coloro che oggi sono avviliti fino a terra. Così quando ce ne andremo di qui, verremo accolti negli eterni tabernacoli, nella comunione con Cristo Signore, al quale sia gloria nei secoli. Amen.


Dalle «Omelie su Matteo» di san Giovanni Crisostomo
Adorna il tempio ma non trascurare i poveri
Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo», confermando il fatto con la parola, ha detto anche: Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare (Cfr. Mt 25, 35) e ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non l'avete fatto neppure a me (Cfr. Mt 25, 45). Il corpo di Cristo che sta sull'altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura.
Impariamo dunque a pensare e a onorare Cristo come egli vuole. Infatti l'onore più gradito che possiamo rendere a colui che vogliamo venerare è quello che lui stesso vuole, non quello escogitato da noi. Anche Pietro credeva di onorarlo impedendo a lui di lavargli i piedi. Questo non era onore, ma vera scortesia. Così anche tu rendigli quell'onore che egli ha comandato, fa' che i poveri beneficino delle tue ricchezze. Dio non ha bisogno di vasi d'oro, ma di anime d'oro.
Con questo non intendo certo proibirvi di fare doni alla chiesa. No. Ma vi scongiuro di elargire, con questi e prima di questi, l'elemosina. Dio infatti accetta i doni alla sua casa terrena, ma gradisce molto di più il soccorso dato ai poveri.
Nel primo caso ne ricava vantaggio solo chi offre, nel secondo invece anche chi riceve. Là il dono potrebbe essere occasione di ostentazione; qui invece è elemosina e amore. Che vantaggio può
avere Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d'oro, mentre poi muore di fame nella persona del povero? Prima sazia l'affamato, e solo in seguito orna l'altare con quello che rimane.
Gli offrirai un calice d'oro e non gli darai un bicchiere d'acqua? Che bisogno c'è di adornare con veli d'oro il suo altare, se poi, non gli offri il vestito necessario? Che guadagno ne ricava egli? Dimmi: se vedessi uno privo del cibo necessario e, senza curartene, adornassi d'oro solo la sua mensa, credi che ti ringrazierebbe o piuttosto non si infurierebbe contro di te? E se vedessi uno coperto di stracci e intirizzito dal freddo, trascurando di vestirlo, gli innalzassi colonne dorate, dicendo che lo fai in suo onore, non si riterrebbe forse di essere beffeggiato e insultato in modo atroce ?
Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. Tu rifiuti di accoglierlo nel pellegrino e adorni invece il pavimento, le pareti, le colonne e i muri dell'edificio sacro. Attacchi catene d'argento alle lampade, ma non vai a visitarlo quando lui è incatenato in carcere. Dico questo non per vietarvi di procurare tali addobbi e arredi sacri, ma per esortarvi a offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio, perché questo sia fatto prima di quello. Nessuno è mai stato condannato per non aver cooperato ad abbellire il tempio, ma chi trascura il povero è destinato all'inferno, al fuoco inestinguibile e al supplizio con i demoni.
Perciò mentre adorni l'ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questi è un tempio vivo più prezioso di quello.



Dai «Discorsi» di san Cesario di Arles, vescovo

La misericordia divina ed umana
«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7); dolcissima è questa parola “misericordia”, fratelli carissimi, ma se è già dolce il nome, quanto più la realtà stessa. Sebbene tutti vogliano che nei loro confronti si usi misericordia, non tutti si comportano in modo da meritarla. Mentre tutti vogliono che sia usata misericordia verso di loro, sono pochi quelli che la usano verso gli altri.
O uomo, con quale coraggio osi chiedere ciò che ti rifiuti di concedere agli altri? Chi desidera di ottenere misericordia in cielo deve concederla su questa terra. Poiché dunque tutti noi, fratelli carissimi, desideriamo che ci sia fatta misericordia, cerchiamo di rendercela protettrice in questo mondo, perché sia nostra liberatrice nell'altro. C'è infatti in cielo una misericordia, a cui si arriva mediante le misericordie esercitate qui in terra. La Scrittura dice in proposito: O Signore, la tua misericordia è in cielo (cfr. Sal 35, 6).
Esiste dunque una misericordia terrena e una celeste, una misericordia umana e una divina. Quale è la misericordia umana? Quella che si volge a guardare le miserie dei poveri. Quale è invece la misericordia divina? Quella, senza dubbio, che ti concede il perdono dei peccati.
Tutto ciò che la misericordia umana dà durante il nostro pellegrinaggio, la misericordia divina lo restituisce in patria. Dio infatti su questa terra ha fame e sete nella persona di tutti i poveri, come ha detto egli stesso: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me» (Mt 25, 40). Quel Dio che si degna di ricompensare in cielo vuole ricevere qui in terra.
E chi siamo noi che quando Dio dona vogliamo ricevere e quando chiede non vogliamo dare? Quando un povero ha fame, è Cristo che ha fame, come egli stesso ha detto: « Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare» (Mt 25, 42). Non disprezzare dunque la miseria dei poveri, se vuoi sperare con sicurezza il perdono dei peccati. Cristo, fratelli, ha fame; egli si degna di aver fame e sete in tutti i poveri; quello che riceve sulla terra lo restituisce in cielo.
Che cosa volete, fratelli, e che cosa chiedete quando venite in chiesa? Certamente non altro che la misericordia di Dio. Date dunque quella terrena ed otterrete quella celeste. Il povero chiede a te; anche tu chiedi a Dio; ti chiede un pezzo di pane; tu chiedi la vita eterna. Da' al povero per meritare di ricevere da Cristo. Ascolta le sue parole: «Date e vi sarà dato» (Lc.6, 38). Non so con quale coraggio pretendi di ricevere quello che non vuoi dare. Quando perciò venite in chiesa, non negate ai poveri un'elemosina, anche se piccola, secondo le vostre possibilità.


Dal libro del SIRACIDE 4, 1-10
Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero,
non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi.
Non rattristare un affamato,
non esasperare un uomo gia in difficoltà.
Non turbare un cuore esasperato,
non negare un dono al bisognoso.
Non respingere la supplica di un povero,
non distogliere lo sguardo dall'indigente.
Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo,
non offrire a nessuno l'occasione di maledirti,
perché se uno ti maledice con amarezza,
il suo creatore esaudirà la sua preghiera.
Fatti amare dalla comunità,
davanti a un grande abbassa il capo.
Porgi l'orecchio al povero
e rispondigli al saluto con affabilità.
Strappa l'oppresso dal potere dell'oppressore,
non esser pusillanime quando giudichi.
Sii come un padre per gli orfani
e come un marito per la loro madre
e sarai come un figlio dell'Altissimo,
ed egli ti amerà più di tua madre.

canto al vangelo

Alleluia (Gloria e lode a te, o Cristo!)
La parola di Dio è viva, efficace;
scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia (Gloria e lode a te, o Cristo!)

Dal Vangelo Secondo Luca (Lc. 12, 16-34)
Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sè: Che farò, poichè non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sè, e non arricchisce davanti a Dio».
Poi disse ai discepoli: «Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; nè per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio nè granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Parola del Signore

Ass.: Lode a te o Cristo

MOMENTO PENITENZIALE

Alcuni dei partecipanti si portano all'altare per chiedre perdono a nome di tutta l'Assemblea. Si abbia cura che siano rappresntati tutti gli stati sociali: bambini, adolescenti, giovani, adulti, sposi, ecc...

1) Per tutte le volte che sono stato egoista, Signore pietà!


Ass.: Signore pietà!

2) Perché ho spesso lasciato solo il mio fratello malato, Signore pietà!
3) Perché non ho saputo condividere il mio tempo con chi è solo, Signore pietà!
4) Perché non mi sono preso cura dei poveri e dei sofferenti, Signore pietà!
5) Perché ho spesso impostato le mie scelte di vita sul profitto e sul guadagno, anziché sull'amore per tutti i fratelli, Signore pietà!
6) Per essermi chiuso in me stesso senza contare sulla Comunità e senza permettere che la Comunità potesse contare su di me, Signore pietà!
7) Per tutte le volte che ho fatto della mia fede un fatto privato, anche in famiglia, senza condividerla con un'adeguata testimonianza di vita e una condivisione nell'Eucaristia e nella preghiera, Signore pietà!
8) Perché non ho fatto della Parola di Dio il punto di riferimento della mia vita, e perché non la conosco abbastanza, Signore pietà!
9) Perché non mi sono curato direttamente dell'educazione religiosa dei miei figli ma l'ho delegata agli altri, Signore pietà!
10) Perché non sempre i miei figli hanno visto in me un esempio da imitare, Signore pietà!
11) Perché non ho sempre tenuto nel debito conto gli esempi dei genitori e degli educatori, Signore pietà!

Si possono, aggiungere altre richieste di perdono a seconda delle necessità della Comunità e dei singoli che le propongono.

Guida
Riconciliati con noi e con i fratelli, disponibili alla condivisione dei beni materiali, spirituali, sociali, ecc... , che il Signore ha abbondantemente messo nella nostra vita, portiamo all'altare la busta con i soldi della nostra cena. Noi sappiamo che questi soldi verranno utilizzati per .... (dire per che cosa)

ciascuno (o uno incaricato da ogni famiglia) depone davanti all'altare in una cesta, la busta con i soldi della cena.
Quando tutte le buste sono state raccolte, un Babbo e una mamma le portano all'altare come si fa all'offertorio e le consegna nelle mani del sacedote che presiede l'Assemblea.

Il sacerdote, terminato l'offertorio, spiega brevemente il significato del pane nei cesti: Eucaristia (= Gesù Cristo), condivisione, tante spighe, tanti grani, un solo pane da spartire, il gesto di portarlo ai malati ed anziani per rendere anche loro partecipi, ecc...

terminata la spiegazione

Guida
ora condivideremo il pane che il sacerdote benedirà e poi ci distribuirà in ricordo di quanto fece Gesù con la folla affamata.

BENEDIZIONE DEL PANE DAL BENEDIZIONALE,
Il sacerdote benedice il pane e poi lo distribuisce (se è il caso, si fa aiutare) a tutti, invitandoli a mangiarlo e coinvolgendo qualcuno perché sia portato agli ammalati e anziani che non hanno potuto partecipare alla cena.

CONCLUSIONE

Cel.: Il Signore sia con voi
Ass.: Amen

Cel.: Preghiamo:
Signore nostro Padre buono, accetta i doni che Tu stesso hai posto nelle nostre mani. La continua nostra partecipazione alla tua Eucaristia ci spinga a spezzare sempre fra noi il pane terreno nel nome della carità fraterna.
Per Cristo nostro Signore.

Ass.: Amen
Cel.: Vi benedica Dio Onnipotente.....
Ass.: Amen
Cel.: Andate e vivete in pace con tutti condividendo l'amore di Gesù Cristo e il pane quotidiano
Ass.: Rendiamo grazie a Dio