Relazione del ritiro di Natale
Centro Giovanile Domenicano

In prossimità della festa del Natale ci troviamo uniti da un forte senso di partecipazione e di interesse verso quelli che sono i cardini, i principi centrali del Natale; essendo esso caratterizzato da eventi quali nascita: Gesù-Dio, Dio-uomo, Dio fatto carne.
Ci troviamo quindi coinvolti in questo grande mistero melodico che articoliamo in tre parti:
1) Dio si fa bambino: l'uomo non è più come prima

2) Dio si fa bambino: nuovo volto di Dio

3) Il Natale continua: dove e quando.

1) Due protagonisti si affacciano per primi e sono genesi di questo grande mistero che è il Natale: Maria e Giuseppe, i quali vengono travolti dall'incommensurabile fiducia che Dio ha in loro che si proietta su tutti i giovani di età più disparate. Consegna sè stesso ai giovani cuori con la speranza che essi possano portare e accrescere l'immagine sua nei loro volti e nelle loro vite. Dio così si fa embrione, cellula prima, con un atto di consapevolezza e volere, scende su di noi come uomo; e proprio del suo essere carne e sangue, sentimento e passione, troviamo in Lui ogni aspettativa di comprensione verso ciò che è divenuto. Il suo continuo divenire di ossa, nervi, muscoli, organi, membra, ci sbigottisce e nel contempo ci affascina, nessun uomo ha un'esperienza così intima della propria fisicità e del proprio spirito come possiamo contemplarla in Gesù, perfetta unione di anima e corpo. In Gesù è manifesto il si incondizionato che Dio dice ad ogni uomo: i miei occhi, le mie orecchie, naso, tutto ciò che di fisico mi caratterizza, è voluto da Dio come parte del suo essere uomo: Dio si innamora.

2) Qual'è il vero volto di Dio? Che cosa esprime e manifesta meglio la sua passione per l'uomo, l'amore per ogni sua creatura? Dio s'innamora e ama ogni parte del nostro corpo, fino al più invisibile atomo, di quanto l'uomo, nel suo essere imperfetto, sarà in grado di amare sè stesso; ed Egli ripone in noi la sua fiducia come fece quel dì nei confronti dei due giovani: Maria e Giuseppe. Dio si diletta nel sentirsi crescere, nel sentirsi formare, anela a che la sua nascita arrivi presto, si compiace nel sentirsi parte di donna, parte di umana concretezza. Egli vuole fare esperienza di uomo, esperienza da uomo, dei sentimenti, dei dolori che si avviccendano. Quanto noi portiamo del volto di Dio? Di quel volto d'amore, fatto dolore nella croce, quanto amiamo l'immagine di Dio secondo quanto rivela Gesù? Il mio Dio non annoia, non è indifferente, non è alieno alle nostre esperienze, secondo quanto afferma Giovanni, l'Apostolo, "Dio è amore".

3) il Natale designa un nascere continuo, un rinascere, un nuovo battesimo ed una continuazione, un inizio ma mai una fine, un punto di arrivo. Nel momento di questo primo atto sacramentale Gesù è sceso su di noi con il suo Spirito: pervade tutto il mio corpo, con gioia indicibile si è fatto carne; Egli è tutto Dio e tutto Uomo (s. Caterina da Siena). Con il battesimo riceviamo in regalo la sua natura divina, la sua eternità, la sua semplicità, il suo essere capace di amare; il battesimo si rivela come sposalizio con Dio, mistero nuziale. Gesù è un continuo vivere la nostra vita, solo il peccato consenziente può allontanarci, alienando il suo essere donazione; così che Egli vivrà nella speranza di potermi riconciliare con Lui mediante il sacramento della confessione. Sperimentiamo il Natale accogliendolo ogni giorno con un si, ritorniamo bambini e amiamo con amore puro di fanciullo.
"Lui è l'innamorato per eccellenza" pazzo ed ebbro d'amore (s. Caterina da Siena).

Gabriella