RISONANZE: Antonio Demontis e Daniela
Giubileo Domenicano

            Ero convinto che la splendida cavalcata in terra di Spagna e di Francia sulle orme di San Domenico avesse dato una risposta abbastanza completa alle mie domande finalizzate alla conoscenza del Grande Predicatore.

            Mi sbagliavo!

            A conclusione del pellegrinaggio nelle città italiane che videro il passaggio di San Domenico e la sua opera di organizzazione dell’Ordine, nonchè l’espansione nella predicazione del suo insegnamento, posso affermare che la figura del Grande Santo mi appare più delineata, ma nello stesso tempo mi ha suggerito di proseguire idealmente il cammino con un terzo pellegrinaggio, fatto non di spostamenti, ascolti, foto, celebrazioni, ecc., ma di approfondimento sulla predicazione e sull’insegnamento del Santo.

            E’ stato tutto bello e superiore alle aspettative, anche se la consapevolezza che l’itinerario religioso, artistico, umano e…..domenicano di questo pellegrinaggio non poteva che essere come lo abbiamo vissuto, dal momento che una persona attenta, sensibile e premurosa lo aveva preparato e previsto in quasi tutti i suoi aspetti.

            Ti ho ringraziato più volte, caro Padre Alberto, ma il desiderio di farlo ancora non si è spento!

            Quante volte sono stato a Roma, Firenze, Siena e Bologna! Decine di volte e non solo come turista, professionista, uomo di Chiesa, sportivo, volontario, ecc.. Questa volta è stato diverso perché ho avuto la possibilità di visitare luoghi meravigliosi, fino a ieri nascosti, che contrariamente alle altre volte hanno visto l’arte, l’architettura e la storia fare da contorno alla conoscenza di un uomo dai contenuti più grandi, senza togliere nulla alla loro importanza e grandezza.

            Gli esempi non mancano e bisognerebbe scrivere un opuscolo per evidenziarli tutti nella loro specificità. Mi limito, per ragioni di spazio, ad alcune semplici considerazioni .

            Davanti all’Arca di San Domenico in Bologna, dove il nostro Santo riposa, c’è da rimanere incantati! La bellezza ed il patos che si respira in quella cappella fa passare in secondo piano la presenza di opere meravigliose che il giovane Michelangelo aveva realizzato per completare la dimora terrena del Grande Predicatore. Lo stesso discorso si può ripetere per la semplice, elegante e spirituale Santa Sabina in Roma presso la quale dimorò San Domenico e pose le basi per la sua grande opera di predicazione.

            Come non ricordare la visita a San Sisto. Quanta serenità e gioia nelle sorelle che custodiscono questo posto speciale. Sembra quasi che i nove miracoli qui compiuti dal Santo passino in secondo piano, per dare la possibilità al pellegrino di ammirare gli affreschi che abbelliscono il patio del chiostro, e di condividere il silenzio del Refettorio e tutte le storie in esso racchiuse e solo in piccola parte raccontate. Il canto in spagnolo di Padre Vito, commovente nel suo garbo e nella sua tonalità, non poteva concludere meglio la visita.

            In Piazza Venezia, famosa per la presenza dell’Altare della Patria e per i discorsi di un oscuro ed ormai dimenticato parolaio, la visita della Basilica di San Marco mi ha stupito prima di riempirmi di gioia, non solo per la sua gloriosa storia e per la sua architettura, quanto per la sua bellezza e per la capacità di favorire la meditazione sulla presenza di San Domenico.

            San Pietro, San Giovanni in Laterano, la Scala santa, Santa Maria sopra Minerva, Santa Anastasia, San Clemente….

            Che meraviglie! Fino a ieri mete turistiche irrinunciabili; ho ascoltato S. Messe, forse pregato con fervore e meditato, ma dopo questo pellegrinaggio non saranno più le stesse perché in esse ho scoperto un aspetto spirituale prima sconosciuto.

            Non vorrei offendere nessuno; ma il prestigioso Angelicum, superbo per la presenza di tante personalità illustri che ivi si sono formate, come quella di Giovanni Paolo II, sarà da me ricordato come la casa di Padre Glem! Mi chiedo: come può un domenicano di tale cultura e profonda spiritualità amare così tanto le…patatine fritte! Beata debolezza….!

            La figura di San Domenico la sto scoprendo volta per volta e con crescente meraviglia.

            Fino allo scorso anno le visite a Firenze includevano sempre Santa Maria Novella, il Duomo con il suo Battistero, Santa Croce, San Miniato, Piazzale Michelangelo, ecc.

            La Chiesa di Santa Maria Novella, se si prescinde dalla figura di San Domenico, si presenta molto diversa sia dal punto di vista turistico che religioso: poiché il nostro pellegrinaggio non era finalizzato all’aspetto turistico, si è potuto godere di qualcosa di irripetibile che la chiusura della Chiesa al pubblico, per favorire un rapporto più stretto con la famiglia domenicana, ha trasformato in “cosa unica”.

            Come dimenticare la Chiesa di San Marco ed il Museo con le opere del Beato Angelico che solo una guida competente e semplice nella esposizione, come quella della dott.ssa Scudieri, poteva farci sentire così vicine.

            Con grande commozione ho preso atto della presenza nella Chiesa della tomba di Giorgio La Pira, convinto domenicano, protettore dei poveri e Sindaco mai dimenticato di Firenze. Ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente, in occasione dei Campionati Italiani Universitari nel 1967, sei mesi dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio Firenze e distrutti molti dei suoi tesori. Non dimenticherò mai il suo discorso agli atleti tenuto nel salone dei 500 a Palazzo Vecchio, soprattutto per la sua umanità ed il desiderio di trasmettere amore fraterno tra i giovani e solidarietà, la stessa che tanti volontari  prestavano gratuitamente per ripulire la Città e ridarle il volto che era stato deturpato dalla furia dell’Arno.

            Per concludere, non posso dimenticare la giornata trascorsa a Siena dove le figure di San Domenico, e soprattutto di Santa Caterina, hanno aperto uno scenario fino ad allora sconosciuto ma affascinante. Grazie Suor Elena, la tua grazia, unita alla gioia, alla chiarezza come guida ed alla tua semplicità, mi hanno insegnato molto. Spero di incontrarti ancora per poterti ridare almeno una piccola parte di ciò che mi hai trasmesso.

            Grazie a tutti, grazie a te Massimiliano, paziente amico e gentile collaboratore, ma soprattutto grazie a te Padre Alberto che ancora una volta hai dato alle mie conoscenze uno scossone degno di un terremoto.

            Tonio Demontis con il contributo di Daniela