Risonanza: 5 Padre Christian
Giubileo Domenicano

Nuove luci su san Domenico

Uno dei doni più belli del pellegrinaggio provinciale e giubilare sulle orme di san Domenico del luglio 2013 è stato il dono di poter vedere Domenico con nuovi occhi.

Già la visita a Salamanca, l’incontro con il nuovo mondo e la risposta domenicana allo sfruttamento degli indios ci ha fatto cogliere le dimensioni dell’intuizione di San Domenico: una consapevolezza universale della dignità umana nella concretezza della sua situazione storica. Come Domenico si fa commuovere da chi muore di fame a Palencia o di errore presso i catari cosi Montesinos, De Las Casas, Francisco de Vittoria rimangono colpiti dall’ingiustizia inflitta agli indios dalla classe dirigente spagnola. Suscita stupore e ammirazione come i frati spagnoli si organizzano a livello teologico ed istituzionale e comunitario per combattere in modo efficiente a favore degli indios proprio come Domenico sa istituzionalizzare la sua predicazione a livello ecclesiale e civile.

   

A Caleruega rimango particolarmente commosso dall’ambiente familiare di San Domenico: una madre beata, un padre venerabile, i due fratelli maggiori altrettanto il primo venerabile e il secondo beato. Dio era a casa nella famiglia dei Guzman. I due eventi prenatali della vita di Domenico testimoniano questa atmosfera aperta all’agire divino: Giovanna vede il futuro del sul figlio mentre lo porta ancora in grembo e si rivolge a lui come intercessore presso Dio per la realizzazione delle sue azioni di carità … sempre prima che Domenico fosse nato.

   
   

A Osma ci accoglie il Domenico “Cantore” del Capitolo e sacrista della cattedrale, vale a dire immerso nella liturgia ed esperto nella sua attuazione. Allo stesso tempo si può ammirare nel museo della cattedrale il mappamondo del codice Beato che disegna come gli apostoli hanno portato il Vangelo in tutto il mondo e indica altrettanto una parte del globo ancora sconosciuta da scoprire e da evangelizzare. Domenico di sicuro l’avrà visto tante volte e sembra come un riassunto visivo del suo progetto di vita apostolica tutta dedita alla predicazione.

A Tolosa stupisce il salto dalla terribile piccolezza della casa di Seilan del 1215 alle dimensioni grandiose di Les Jacobins del 1300. Nel 1215 erano in tre nel 1300 in 100. Il viaggio nel tolosano a Fanjeux e a Prouille ci ha messo a contatto con l’energia incredibile di Domenico di predicare di casa in casa, di piazza in piazza per anni e soprattutto lì dove lo odiavano di più. È di un fascino terribile il Domenico del Languedoc. Rimango colpito dalle due coppie che si donano con tutto quanto sono e possiedono alla santa Predicazione a Domenico e ai suoi fratelli e sorelle, già nel 16 agosto 1207! Quanto è radicato Domenico nelle case, nella vita quotidiana… questo radicamento nel quotidiano, nel familiare, nelle case lo fa diventare istituzione quando a Bologna nel 1220 si decide la “mendicità conventuale” cioè “di mendicare di casa in casa ogni giorno”.

   

La stessa comunione abbozzata tra frati, suore, laici e famiglie durante il pellegrinaggio ci ha fatto rivivere quest’alleanza e comunione originale del nostro Ordine. Che Domenico e il suo Ordine torni nelle nostre case. Un grazie forte ai partecipanti e a chi ha organizzato questo bellissimo viaggio, a te caro P. Alberto… in attesa della seconda parte… un tour tutto italiano!

 

 

Fr. Christian-M. Steiner op                                                                                 Cagliari 17 agosto 2013